Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
102 | Don Candeloro e C.i |
beneficiata di Leda, che non c’erano duecento persone al Carcano. Ella cercò di sfogarsi con Bibì “il quale faceva il risotto„ alla Noemi, invece! lui e i suoi amici! bestie e animali tutti quanti, che non sapevano neppure dove stesse di casa il vero merito! e si lasciavano prendere all’amo dalle grazie di quella diva, la quale rideva di loro, poi — sicuro! — di lui pel primo! — Gonzo!
— Via, fammi il piacere! — interruppe Bibì accendendo un mozzicone di sigaro dinanzi allo specchio.
— Ah, non vuoi sentirtela dire? Già, quella lì non ti piglia certo pei tuoi begli occhi, mio caro! — Schizzava fuoco e fiamme dagli occhi, lei, colle ciglia ancora tinte e il rossetto sulla faccia, così come si trovava all’uscire dal teatro, una Furia d’Averno — dopo tutto quello che aveva fatto per lui, e le occasioni che gli aveva sacrificato, ricconi e pezzi grossi, che se avesse voluto, ancora!...
— Fammi il piacere, via! — tornò a dire Bibì con quel ghignetto che la faceva uscire dai gangheri.
— Allora senti! Bada bene a quello che fai! Bada bene, veh! Che son capace di andare a romperle il muso, alla tua casta diva! — E qui un mondo di altre porcherie: — che lui era roba sua, di lei, giac-