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Il tramonto di Venere 99

lavata di capo al povero tramagnino che stava a guardia dell’uscio.

— Ho dato ordine di non essere disturbato, quando sono in seduta! Nessuno entra senza essere annunziato!...

Dopo tanti anni che le porte si spalancavano dinanzi a lei, e gli impresari le venivano incontro col cappello in mano! Se non la colse un accidente, fu proprio un miracolo. Barbetti, che la incontrò all’uscita così rossa e sconvolta, non potè tenersi dal dirle ridendo:

— Come va, bellezza?

— Senti! — rispose lei, fuori della grazia di Dio davvero; — senti, faresti meglio a stare alla porta della Noemi, per vedere chi va e chi viene, giacchè fai quel bel mestiere!

All’occasione la signora Leda aveva la lingua in bocca anche lei — la bocca amara come il tossico. — Per rifarsela dovette fermarsi al Biffi, a bere qualche cosa. Bibì era là, al solito, in trono fra gli amici. Tutti quanti, ad uno ad uno, per far la corte a lei e a lui, cominciarono a dire ira di Dio della Noemi — che non aveva scuola — che non aveva grazia — che non aveva questo e non aveva que-