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festa, con tutti quei carusi che facevano il chiasso, laggiù, aspettando. Quel giorno il barone era corso al paese prima dell’alba, prima ancora che s’alzasse Nina, la quale s’alzava presto la mattina, e i zolfatai avevano smesso prima del solito, con quella bella giornata di luglio, chè doveva farci caldo assai nella miniera. Nardone aveva tirato fuori la fisarmonica, e Bellòmo sgolavasi a cantare, mentre carusi e ragazze ballavano allegramente, nel cortile.
Lisa scappò su di corsa, ridendo, accesa in viso, perchè Luciano non la cogliesse a metà scala, dinanzi a tutti quanti. Tutt’e due che parevano ubbriachi, per quattro salti e un po’ di fisarmonica. — Giovinezza! Luciano però si fermò in cima alla scala, senza osare d’entrare, colle braccia tese: