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— Taci! taci! — interruppe Nina colle lagrime agli occhi. — Scusateci, zia Bianca. Non sappiamo neppure quel che diciamo, tanto l’angustia!... Non ci voltate le spalle anche voi, zia!

— No, cara, no! Vedi che son corsa a rompicollo, appena seppi che venivano a mettere il sequestro. Siamo parenti? Siamo cristiani, sì o no?

— Povero papà!... Quel che ci avrà in cuore adesso!...

— Coraggio. Vedremo quel che si può fare. Vado un momento a lavarmi le mani. Vedi che sole? Ho le ossa rotte dalla cavalcatura.


*


Appena rimasta sola Nina s’avvicinò rapidamente alla sorella, supplicandola a mani giunte, senza dire

Verga, Dal tuo al mio. 7