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numero sono si frequenti, per opera cosi ben fabbricati, per sontuositá cosi magnifici, che apportano grandezza e splendore a tutto quel territorio. E tanto piú sono degni di maraviglia, quanto minore si vede esser l’utile, che dai campi circongia- centi può risultarne, essendo il terreno angusto ed alla cul- tura poco abile, si che pare che vengano a servire per solo piaceree diletto; ma però l’industria ed assiduitá dei padroni è tale e la fatica dei contadini è tanta, che si raccoglie piú frutto di quello che la qualitá del terreno per proprio vigore possa produrre. Pisani, avendo ottenuto il sito della loro cittá vicino al mare, insieme col porto di Livorno, al quale per il fiume Arno con breve e facile navigazione si può condurre ogni cosa che si vuole, registrando quell’esercizio che una tal opportunitá gli presentava, s’applicarono alle mercanzie ed alle cose marittime, per le quali presto diventarono ricchi e potenti, e presto ancora per le divisioni e per le guerre infiacchirono e impoverirono, lasciando cadere la patria, se ben con grandissima resistenza, sotto il dominio de’ fiorentini. Sanesi, essendo collocati in un opulentissimo paese, non erano astretti a procacciarsi con industria le cose necessarie, e, avendo situata la loro cittá fra li monti, in parte niente op- portuna alle cose del mare, non avevano occasione di fati- care se medesimi nei negozi e traffichi mercantili. Ma, abbon- dando di tutte le cose, potevano vivere commodi e lieti, e di quello che loro sopravanzava, distribuendolo altrove, acquistare emolumenti ed utili non piccoli; come saria succeduto, se a tanta affluenza di bene non fosse mancata la moderazione del- l’animo e non fosse cresciuta quella morbidezza e quella am- bizione nei cittadini, che li fece diventare verso il publico negligenti e nelle civili discordie concitati e sanguinosi. Si che, debilitando se stessi con le sedizioni e con l’uccisioni e consumandosi per l’arme forestiere, che in casa propria chia- mavano e traevano, facilitarono li mezzi al granduca Cosmo di domarli e ridurli a quella soggezione, nella quale oggidí si trovano.