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— Or via. per farvi comparire e per la stima c’ ho per voi, voglio attendere anche questi due giorni; ma non aspettate eh’io piú scrivi in Venezia per questo affare, mentre nelle risposte avute fui trattato con troppa indifferenza. — Allora mi licenziò dalla camera. Subbito diedi parte di tutto all’eccellentissimo signor podestá, come dovevo, e 1 ’ Eccellenza Sua spedi nuovo espresso in Venezia, per attendere il publico oracolo. La mattina sussequente, doppo la messa, il granduca mi diede a leggere l’ufficio ricevuto dall’eccellentissimo senato dal signor ambasciator principe l’io, e mi disse ch’era inconcludente e che lui non poteva stare nell’incertezza; che a Mantova, a Modena e nel Bolognese non si potevano alterare da un giorno all’altro le disposizioni del suo viaggio, e che non mi lusingasi di ritar- darlo maggiormente. S’attendevano dunque con ansietá le publiche risposte, ed intanto frequentemente l’arciduchessa andava pungendo, e mor- moravano i ministri, ed acremente i fiorentini piú degli altri. Venne finalmente l’ultima publica volontá che restrinse la con- tumacia ai quattordici giorni netti, quando accidenti non fossero sorvenuti; e, come tre giorni doppo erano capitati gli ultimi ba- gagli per barca, cosi dal magistrato della Sanitá si stabiliva che il giorno 16 gennaro avesero la pratica, quando però frattanto non sorvenise qualche accidente. Participatami dal signor podestá la publica intenzione, venutagli per espresso, incaricandomi di farla intendere a’ principi, io subbito mi portai dai ministri, e, con quanta desteritá ho potuto ed industria, tentai tutti i mezzi e le raggioni perché fossero ridotti ad aggradire le publiche facilitá in materia cosi gelosa e delicata, e ciò per la particolare con* siderazione sua verso i principi. Li ministri, che ben sapevano la ferma risoluzione del loro padrone e le disposizioni giá fatte per il viaggio, che non si potevano alterare, mi diedero, colle poche parole, poca speranza di riuscire. Pure il segretario intimo e la stessa grande-maitresse mi promisero di procurare appresso i principi il differire fino al di 16 sudetto. Attesi piú d’un’ora nell’anticamera, ed intanto vidi entrare li due ministri fiorentini, marchese Bartolomei e commendator Ricci, il signor ciambellano,