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che rispettavo il sangue di Lorena, le qualitá distintissime del- l’arciduchessa, ma che le cose avvenire, che la providenza le voglia, non erano per influire alla condizione presente di gran- duchessa della Toscana, che tale presentemente è riconosciuta, e vi sará sempre forse desiderio delle di lei maggiori esalta- zioni ; che di grazia non mi producesero troppe altre questioni, ma che per urbanitá, se non altro, e per le leggi dell’ospitalitá proponesero temperamenti decenti, onde il signor podestá non dovese mancare alla sua riverenza o derogare al carattere che sostiene per la publica maestá. Ad una voce li predetti mini- stri mi replicarono che faticavo invano; che non erano piú neccessarie visite di formalitá ; che, volendo Sua Eccellenza en- trare neH’anticamera, avvertito che fosse il gran ciambellano, subbilo vederebbe il granduca, che non mancherebbe alle pro- prie politezze, e, avvertito pure il grand-maitre, uscirebbe la granduchessa per ricevere i di lui complimenti, con tutti i con- trasegni di gradimento, e ringraziato sarebbe d’ambedue i prin- cipi delle attenzioni sue in favorirli nella loro dimora nello Stato. In questo mentre, sopragionse il granduca ed il principe Carlo, ed affatto s’interruppe il discorso. Scrissi sollecitamente l’esito del maneggio aH’eccellentissimo signor podestá, e gli proposi che, come era disperato il caso delle formalitá, cosi, volendo l’Eccellenza Sua fare visita privata, poteva indifferen- temente presentarsi alla ringhiera del primo pato del palazzo nel- l’ora che Loro Altezze reali andavano alla messa, e cosi sareb- bero levate, sotto pretesto della contumacia, tutte le formalitá; o pure presentarsi ai restelli, far chiamare il gran ciambellano e grand-mai/re per informarsi della salute de’ principi, e cosi, so- disfacendo alle neccessarie civiltá, non esporsi alla comparizione privata o alla figura publica. Non credette opportuni i sugge- rimenti. Finalmente per publica commissione mi sospese il ne- gozio e piú non si parlò, né venne l’Eccellenza Sua alla visita. Gionta poi da Venezia al signor podestá la risposta circa le forti premure di questi principi per la diminuzione della con- tumacia, condescendeva l’eccellentissimo senato a restringerla Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato - ili®. 14