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l’Eccellenza Sua di quello avevo potuto operare. Veruno appre- stale due compagnie di dragoni e quattro compagnie di crovati a cavallo, le sedie da posta pronte per il publico rappresen- tante e suo séguito, onde seguitare i pri nei pi. Giunti finalmente questi ai restelli della Sanitá, si fece incontro il publico rappresen- tante. E, fermatasi la carrozza, il granduca ascoltò, con volto in- chinato in atto d’aggradimento e riconoscenza, il complimento del podestá: qual disse che in virtú delle commissioni, inteso dalla republica serenissima l’arrivo al suo confine di Lor Altezze, aveva incaricato esso podestá di Verona per incontrarle e servirle in considerazione e stima; che spiaceva a lui che dovesero per la comun salute sofrire tediosa dimora nello Stato, ma che tante erano le loro eccelse virtú, che saprebbero per il bene di tutta Italia tollerarlo; offeriva ogni sua possa per servirle e si credeva onorato da tal commissione, da lui molto desiderata per usare gli atti della piú perfetta riverenza. Non si alzò in piedi il granduca, ma rispose con gentili parole di ringraziamento alla serenissima republica ed a lui, e l’arci- duchessa non pronunziò parola, ma s’inchinò nel congedarsi il publico rappresentante. Il quale, doppo aver adempito all’ufficio con il granduca e reai arciduchessa in comune, co’ l’enunziarii «Vostre Altezze reali», si rivolse al principe Carlo di Lorena, a cui aggionse altre parole di complimento; il quale corrispose con inchino. Terminato l’ufficio, si mosse la carrozza del gran duca, ch’era la terza della colonna e prosegui il cammino. Lo seguitò, doppo tutta la colonna, l’eccellentissimo signor podestá sino al Ceradèl (ove v’erano, come dissi, li cavalli di muta, raccolti dai publici corrieri, per la raccolta de’ quali aveva l’ee- cellentissiino Savio cassier esborsati ducati 500), da dove si sforzò di preavanzare il granduca e séguito in tanto ch’ivi si fermarono. Per i rispetti della salute, si dovevano profumare i legni ed i cavalli, e, come la marcia fino al lazzaretto era ancor lunga, condesese il granduca di proseguire coi cavalli presi ad Ala, e cosi non s’adoperonno i cavalli dello Stato; e vòlse la republica serenissima che non fosse ricercata la spesa del loro viaggio e raccolta. Al Ceradèl furono invitati quei reali principi a prendere