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Stainville, che, anziché ascoltare discorso, mi sollecitò e m’intro- dusse all’udienza del signor granduca. Come che, tra le molte ed illustrissime virtú d’esso principe, la clemenza e 1 ’afTabilitá non hanno grado, cosi benignamente m’accolse, Doppo le rispettive parole, gli dissi ch’era atteso al confine da publica cospicua rap- presentanza e nobile commitiva, la quale sperava dalla sua natu- rale propensione quelle convenienze che si attendevano dal reai suo animo, e che spiaceva solo al signor podestá di Verona, Bar- barigo, la sollecitudine del viaggio di Loro Altezze reali, quale non permetteva il tempo a maggiori e piú cospicue onorificenze; che, compiacendosi fermarsi per uno o due giorni a Ala, s’avrebbe non solo potuto supplire, ma si farebbero le migliori disposizioni per il transito del bagaglio e per qualunque cosa che piú occor- rese. Rispose gentilmente il signor granduca: che dal canto suo non mancherebbe di politezza verso il publico rappresentante; ch’era persuaso del favore che per lui aveva larepublica; che egli era pressato, né poteva rallentare il suo corso, e che spe- rava breve la dimora. Per la prima volta e momentanea ch’ebbi occasione di parlare con tanto principe, conosciuto il mio privato carattere ed inopportuna ogn’altra parola, ascoltai e risposi al- l’interrogazioni affettuose che mi fece del mio maresciallo Di Schuleng, per cui egli ha incredibile stima ed amicizia, e mi retirai dalla di lui reai presenza. Nell’uscire dalla camera, vidi alla portiera in abito distinto il principe vescovo, conte di Thunn, con moltissime dame e ca- valieri, quali attendevano che Loro Altezze reali andasero ad udire la messa nella episcopale capella. Uscito di camera, pro- curai di parlare a’ ministri; ma, come erano sollecitati dalla pre- mura del viaggio e pressati dagli uffizi, cosi essi pure mi risposero, rispetto alle convenienze per la publica rappresentanza, che po- tevo assicurarmi che il signor granduca abbonderebbe di civiltá anziché mancare. Prossegui poi il signor granduca il suo cammino per Ala, ove pernottò, e la mattina, inanzi d’addrizzarsi per il confine, ebbi l’onore di parlargli e destramente insinuargli che Sua Altezza ritroverebbe al confine il signor podestá di Verona, Barbarigo,