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acquisti; i quaii non sará però gran cosa che si risolvine in interesse ed incommoditá. per non li pronosticar di peggio. Ma. come questo esercizio del cavalcare è veramente orna- mento di una gran cittá, cosi in Fiorenza non può però se non riuscir con incommodo delle proprie fortune de’ particolari che vi si mettessero, non essendo in generale molto ricca quella nobiltá, da qualche casata principale in poi, avanzando gli altri per il piú la fortuna con il negozio e con il tra Ih co : latte, po- tremo dire, e nutrimento proprio di quella cittá. La quale non debbo tacer eh’è molto religiosa e pia, vedendosi a tutte le ore in maniera frequentate le chiese da ogni condizione di per- sone eh’è una meraviglia, essendovi anche grande quantitá d’ospitali, tutti ricchi, e particolarmente quello di Santa Maria nuova, dove e accettato qualunque infermo; il quale ospitale è grandissimo, benissimo tenuto ed ha piú di 40.000 scudi d’en- trata l’anno. Vi sono anco infiniti monasteri di frati, monache ed altri luoghi pii, scuole e confraternita, che stanno in esercizio di cristiana religione e caritá. Parlerò ora con la medesima brevitá delle entrate che cava questo principe da questi Stati, delle sue milizie ordinarie e straordinarie, delle sue galere e vascelli, delle spese che convien fare, e di quello che può metter da parte ogni anno, per pas- sarmene poi all’intelligenza con principi, e, con poch’altre cose della maniera con la quale son stato veduto e ricevuto come ministro di Vostra Serenitá, metter fine a questo mio debole, ma devoto e riverente discorso. Cava Sua Altezza da detti Stati un millione e 400.000 scudi ogn’anno, e quelli li cava, oltre le rendite dei propri terreni, dal granduca morto ridotti a coltura, dal dazio delle porte, eh’è entrata ed uscita, dal dazio del vino, dal sale, dalle grassine, dalle dogane, dalle vendile e comprede de’ beni (di che si paga otto per cento); dalle doti che si dánno .alle figliuole (ileile quali parimente si paga otto percento), de’ pascoli, ile’ boschi, de pe- schiere, de’ laghi, di miniere, ed altre gravezze, che sono infinite, oltre le ordinarie decime sopra i beni. È vero che in quel calcolo d’entrata mettono anco l’utile che cavava il granduca morto di Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato - ili 2 . 12