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che debba acquistare in breve gran cognizione ed esperienza di tutte le cose, per essercitarla poi con la medesima assiduitá ed attenzione in ogni servizio di questo serenissimo dominio. Ultimo è stato Antonio, mio nepote, condotto da me con solo oggetto di allevarlo nei servizi publici, con quelle vie che lo possono rendere piú frutuoso ed utile servitor; ma la sua cat- tiva ventura ha portato che è caduto in una grandissima e pe- ricolosa indisposizione, che lo ha condotto vicino a morte. Aveva pensato di lasciarlo, al mio partire, in casa delli Biffi, mercanti bergamaschi, sotto il governo del signor Matteo, mio fratello, suo padre, che venne per le poste ad assistere alla sua cura; ma il signor granduca non ha voluto in conto alcuno che si mova dalle stanze di palaggio, né tampoco che sia ab- bandonato dalli suoi medici, e madama mi disse di voler andar essa medema a vederlo ed averne cura. I quali straordinari e singularissimi favori, come sono fatti principalmente alla Sere- nitá Vostra, cosi da lei li riconosco e gliene rendo umilissime grazie; poiché, con lo aiuto del signor Dio e con la buona cura, il figliuolo si è alquanto recuperato e dal padre è stato ricon- dotto in questa cittá: che, se piacerá a Dio di consolare la mia casa con la sua resservazione, potrá forse in qualche tempo piú prontamente impiegare l’istessa vita in servizio della patria. Oltre di questi, vi sono stati li signori conti Ieronimo Pom- pei, Massimiliano di Mei e Francesco San Bonifacio, cavalieri veronesi principalissimi, comparsi con molta onorevolezza di abiti, servitú e cavalli; il che hanno fatto prencipalmente per servir alla Serenitá Vostra, che nelle occasioni loro son certo ne tenirá amorevole memoria. Vi sono medemamente stati il cavalier Pinadél Trivisán, il signor Carlo Beltramini e diversi altri gentiluomini del Stato: in modo che la compagnia è stata numerosa ed onorevolissima. Mio secretano è stato messer Marco Ottobuono, delle cui condizioni questo eccellentissimo Consiglio è si pienamente in- formato, per l’esperienza di lui avuta in tante occasioni e ser- vizi e che si ha alla giornata, che reputo soverchio dilatarmi