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che il granduca era avvisato anco che per tutta questa cittá si ragionava publicamente che Vostra Serenitá fusse stata ingan- nata da chi le diede le prime informazioni intorno essa nave, e specialmente da’ sicuratori, ad instanzia de’ quali disse che Vostra Serenitá s’era mossa a far detta richiesta. E continuò: che, con occasione di ragionar intorno a ciò col granduca, aveva fatto di novo officio con Sua Altezza, quanto piú efficacemente aveva potuto, essendosele poco meno che gettata a’ genocchi, e che non solo non aveva cavato piú delle altre volte, ma che aveva trovata Sua Altezza, per causa delle predette infor- mazioni, talmente fissa nella solita sua opinione, che temeva che non fusse piú possibile di rimoverla, tenendo ella ben spesso detto che non muterebbe se vi andasse il Stato e la propria vita; ancorché affirmasse ad essa granduchessa che quello che faceva era simplicemente per salvar l’onor suo, che era posto in troppo pericolo, perché in ogni altra oc- casione sarebbe piú affezionato ed ossequente figliuolo e ser- vitor di questa serenissima republica, che mai sia stato. Col che fini detto ragionamento, perché, essendo tornato il granduca da caccia, vòlse che si andasse a desinare. Onde poco dapoi, levate le tavole, trovatomi con esso granduca, feci con l’Altezza Sua l’officio che mi fu commesso, per le predette lettere de’ 18, con quella efficacia che mi parve esser a proposito. Sua Altezza, tornando a repilogar tutta la sostanza di quanto aveva trattato meco fino allora, e con molta dol- cezza replicando la satisfazione, colla quale la restava, di tutti quei disgusti che giá le avevano dato tanto dispiacere, mi con- firmò, intorno lo andar in corso delle sue galee ed il rispettar le navi di Vostra Serenitá, quello istesso che mi aveva detto prima e che io ho di sopra commemorato, che è conforme a quanto per la commission mia dovevo ricercarle; soggiungendo però che bisognerebbe cscusar li suoi ministri quando, per qualche gran fortuna overo per gran necessitá di acqua, si riducessero in alcun loco dissabitato, perché veramente lo farebbono per viva forza e vi si fermerebbono manco che potessero. E, avendo io risposto a ciò quanto scrissi a Vostra Serenitá colle ultime