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50000 in monizioni; 30.000 in ministri alle corti; 90.000 in sei galere ordinarie, tutte buone, essendo solito il granduca di dire che li spagnoli mettono ogni diligenzia in far le capitane buone e delle conserve poco si curano, ma che lui procura di farle tutte buone: le quali spese ascendono alla somma di 700 000 scudi incirca. Vi sono anco delli donativi secreti, particolar- mente in Roma ed in Spagna, dove si tiene che gli anni pas- sati s’abbia speso straordinariamente, in particolare per l’in- vestitura di Siena e per oviare (se ben non è stato possibile) alla fabrica di Portolongone ; e tuttavia si spende in alcu- n’altra cosa straordinaria, che non si può cosi facilmente pe- netrare. E, parlando cosi di grosso, si può dire che la spesa importi 900.000 scudi, e l’avanzo sia 200.000 all’anno dell’en- trate ordinarie: il che, se bene in longo corso di anni si potria reputar summa considerabile; nondimeno, avuto riguardo alle spese straordinarie sostenute da Sua Altezza in maritar la ne- pote in Francia, nelli motivi del 1601, nelli straordinari aiuti mandati in Ongaria. particolarmente sotto Canisa, nella fa- brica di Livorno, nell’armare straordinario di mare ed in altre occorrenze, si potria credere che il suo peculio fusse assai di- minuito, quando due cose non persuadessero il contrario. L’una è che communeniente si tiene che il granduca Francesco la- sciasse buona somma di denaro riposto; l’altra che il presente granduca si avantaggia assai con l’industria in piú cose. L una è nel traffico de’ formenti, facendone venire da’ paesi esterni e incetando tutto quello che nelle maremme di Siena sopra- vanza al li padroni de’ terreni. Dal che Sua Altezza riceve no- tabilissimo beneficio, dispensandolo con suo grand’utile alli prencipi e Stati vicini, e, se pur ne resta qualche parte di so- prabondante. che non si possa vendere o conservare, proibisce a’ lornari del suo Stato a non pigliar altro grano che il suo; ne distribuisce a’ particolari e glielo fa comprar, se bene non vogliono, overo glielo dá con obligo di rimettere tanto di novo, overo compartisce fra tutti il danno che potesse sentirne. E stima di farlo giustamente, giacché il danno, sostenuto per so- venire al commune bisogno, communeniente anco deve esser Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato - ni 2 . 9