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di Saluzzo per fargli intendere tale sua resoluzione e che venissero con ogni celeritá in favor loro, e offerirono il castello di San Leo all’illustrissimo duca d’Urbino. Qual castello è di ragion del Stato d’Urbino ciò fortissimo; ma, quando Francesco Maria fu espulso del Stato e clic el perse anco detto castello, papa Leon lo dette a* fiorentini, per ducati 20.000, in pegno; e allora Palla Ruccellai lo offerse al detto duca di Urbino, quale per allora non Io vòlse accettare, dicendo che ’l non voleva paresse el venisse per San Leo in soccorso de loro fiorentini, ma per obbedire aiIi mandati di questo illustrissimo dominio. E con questo il detto duca e il marchese di Saluzzo accelerórno il camino verso loro fiorentini, e cosí e centra da l’altro lato accelerò il camino in Val di Arno il duca ili Borbón; per modo che in uno istesso giorno, che fu a 26 di aprile, il duca d’Urbino gionse a Fiorenza, essendo venuto il giorno innanzi il marchese di Saluzzo, e il duca di Borbón gionse a San Giovanni in Val d’Arno, miglia 20 lontan da Fiorenza. In questi giorni li cittadini giovani di Fiorenza aventi richiesto licenzia dal reverendissimo Cortona (legato in Fiorenza e per nome del pontefice governatore del magnifico Ippolito, per essere ancora giovane), e cosí medesimamente alla Signoria di poter portar le arme. Sopra ’l che fatte molte consultazioni, qu ali loro appellano «pratiche». andarono protraendo la cosa in lungo con buone parole; di modo che, gionto il duca d’Urbino a Prato con le genti nostre e venendo in quel giorno per entrar in Fiorenza, il reverendissimo Cortona legato, li reverendissimi cardinali Cibo e Ridolfi, che erano ivi mandali dal papa per dar favor c riputazion alle cose sue, gli andarono incontro verso ’l Castello, luoco del quondam Giovanni ile’ Medici, miglia 4 lontan da Fiorenza, dove io era andato per inanzi, c il medesimo avea fatto il magnifico Ippolito, il signor Federico da Bozolo e conte Pietro Onofrio, capitaneo delle fantarie ilei 1 i signori Merlici in Fiorenza, e il signor Gioan da Sassatello. In nel qual tempo, mentre, incontrati dalli reverendissimi cardinali e altri, andavano verso la cittá, alcuni cittadini giovani, overo per ordine dato inanzi overo che fusse a caso.