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Napoli, e feceno l’infrascritto decreto, come scrive Leonardo Aretino, cioè: «Cerneutes Fiorentini belli pericula praesenlia et in posternm inumile ’/Ha, ut populus Florentinus res et agcr in viom salutis reti ricalar, so lei tini deliberatione /tabifa, Robertuin regem Sici/iae rectorem, gubematorem, protectorem et dominimi popilli Fiorentini per quinquenium deligimus». Da poi, perseverando la persecuzion e guerra di Enrico, fu prorogato il dominio a Roberto ancora per anni 3, e confirmato da nuovo signor di Fiorenza. Da poi, nell’anno 1325, essendo oppressi fiorentini da Castruccio, tiranno di Lucca, dettono lo imperio e dominio della sua republica a Carlo, figliuolo di Roberto re di Napoli, per anni io. Del 1342, essendo vessati molto fiorentini da’pisani con aspera e crudel guerra, condussero per loro capitaneo uno Gualtcrio capitano francese nudo inanique titillo , come scrive Leonardo Aretino, chiamato duca d’Atene, qual allora era a Napoli: quale venuto e portatosi egregiamente, tanto fu la necessitá de quei tempi, che con il favore di alcuni cittadini gli fu dato la universal cura della guerra e della cittá, e con questo modo se fece tiranno asperrimo; ma in capo di mesi io furono fatte quattro coniurazioni, che una non sapeva dell’altra’, contra Gualterio, e demani fu cavato della cittá e donatoli la vita in grazia, essendo obsesso nel palazzo. Leonardo Aretino narra questo caso seguito nel 1343. Da poi furono molti dissidi nella cittá: nobili contra li populari e plebe, et e con/ra. E, per intelligenzia delle Signorie Vostre, in Fiorenza sono 5 generazioni de persone, cioè famiglie, nobili, populo, plebe ed infimi. Le famiglie sono circa 60 in 70 in numero, le quali per antonomasia se chiamano le «famiglie». Ed erano in quei primi tempi signori de’ molti castelli e Fiochi circonvicini alla cittá di Fiorenza, né se curavano d’intervenire nel guberno della cittá, ma stavano sopra li poderi e domini suoi. Da poi, venuti nella cittá, occuporono il governo, espulsi li populani, e furono 1 1 famiglie delle prime che ebbero il governo della cittá in mano: contro le quali essendo sublevati tutti gli altri, e grandi c piccoli, dopo molte battaglie nella cittá propria, le cacciórno, saccheggiarono e brugiarono le case loro, e demum