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carissime ed amatissime dal padre, procedendo con loro anco la granduchessa con grandissimo rispetto, onorandole e riconoscendole niente manco che proprie figliole. Oltre questi quattro figlioli, ha il granduca un altro maschio, nominato don Antonio, della presente granduchessa, di etá di tre anni incirca, simile assai a lui, nutrito parimente con gran diligenza e rispetto. Questo si ha disegno di far legitimare dal papa e dall’imperatore, amandolo il granduca grandemente, perché è piacevolissimo e scherza volentieri e li sta sempre attorno, come sta alla madre, c si disegna farlo piú ricco che si potrá. È finora marchese di Capistrano nel regno di Napoli, cosa non di gran momento; ma è per un principio, non essendo il granduca per lasciar occasione di acquistarli quanti piú potrá di questa sorte di Stali. Li fratelli di Sua Altezza sono quattro, tre maschi ed una femina, oltre tre altri, che sono mancati; due maschi cioè ed una femina, moglie che fu del signor Paolo Giordano Orsino, un figliolo del quale, nominato il gran Virginio, di etá d’anni cinque incirca, con una figliola di poco piú etá, si nutriscono al presente in corte di Sua Altezza. Li due maschi mancati furono l’altro Cardinal e don Garzia. Quelli, che ora vivono, sono il Cardinal de’ Medici, che era di anni trentadue incirca, cardinale grande e de’ primi, se non il primo di Roma, ricco finora di 60.000 scudi e piú d’entrata, tra beni di chiesa, tra 3000 scudi al mese in contanti, che è tenuto il granduca di pagarli, lasciatili dal padre. Non ha questo voluto intervenire alle feste, non avendo, come si sa, laudata la publicazione del matrimonio; ma non ha però lasciato, doppo l’arrivo nostro, di aver mandato a noi un suo principale, persona grave, con una lettera di credenza, per allegrarsi, come fece, della venuta nostra, mostrando con parole molto riverenti ed amorevoli gran desiderio di servir la Serenitá Vostra. Il medesimo officio fece anco con il signor Bartolomeo e con il signor Vettor Capelli, con lettere parimente a loro ed alla granduchessa medesima, benché con questa nell’intrinseco vi potesse essere maggior confidenza. L’altro fratello è don Pietro, di etá di venticinque anni, ma per Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato - 111. 18