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di lanza e cinque di stocco. Questo fu fatto nel cortile del nostro alloggiamento de’ Pitti, luogo maravigliosissimo per simili notturni spettacoli, capace di 8000 e piú persone, che si può dire che stiano quasi tutte al coperto, dentro le logge e corridori, che vi sono all’intorno. Di questi spettacoli, avendone noi veduti a’ nostri giorni parecchi, e nelle maggiori e piú famose corti di re e di prencipi, crediamo non aver veduto il pari, rispetto non solo all’apparato del luogo, per la quantitá e varietá de’ lumi, con tanti altri ornamenti, ma rispetto al comparir in campo cosí delli tre mantenitori (che furono il granduca, don Pietro, suo fratello, ed il signor Mario Sforza, sotto apparenza e finzione d’esser cavalieri persiani in un superbissimo carro, tirato da elefanti, tutto pieno di lumi, che faceva una bellissima vista), cosi, diremo, al comparir di questi, come d’altri ventiquattro venturieri, e, di questi, quattordici con invenzioni molto belle, essendovene alcune che rappresentavano cose maritime, proprie di questo Stato, accomodate con diverse musiche e diversi concerti a laude della Serenitá Vostra e della granduchessa, come sua figliola. Si afferma che la spesa di questa festa, considerata la quantitá e qualitá delle livree, che furono in gran numero e ricchissime, li vestiti delli cavalieri combattenti e de’ loro padrini, l’apparato del luogo, l’invenzioni de’carri, de’ monti, di balene, di testudini e di altre simili macchine, fino d’una galea per comparir in campo, abbiano importato meglio di 25.eoo scudi, tutte fatte per rispetto della Serenitá Vostra, con intervento in esse della propria persona del granduca, con aver voluto Sua Altezza far publico spettacolo e mostra di sé, non ad altro fine che per onorarla maggiormente. E tanto sará, per fine di questa prima parte pertinente alle cose estrinseche, intorno al ricevimento ed intertenimento nostro. Restará ora di dar conto delle qualitá piú considerabili di quel prencipe. Però, prima che passiamo alla propria persona di quello, discorreremo brevemente lo Stato e forze sue, considerandosi li prencipi specialmente da queste, affinché la Serenitá Vostra resti tanto meglio certificata se la grandezza e potenza sua risponde con gli effetti a quel nome nel quale viene tenuto.