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col duca d’Urbino, col duca di Ferrara, con genovesi, con lucchesi, coi marchesi di Massa, Malaspina e Santafiore verso la Lonegiana e Pontremoli. Ha questo prencipe in tutto lo Stato unito 15 cittá, cioè nelli Stati di Fiorenza e Pisa otto, che sono: Fiorenza, Pisa, Pistoia, Volterra, Arezzo, Borgo San Sepolcro, Cortona e Montepulciano; in quello di Siena ve ne sono sette, cioè: Siena, Montalcino, Grossetto, Chiusi, Soana, Pienza e Massa ; le quali tutte cittá, da Siena e Pisa in poi, sono assai popolate, avendo queste due, che erano in libertá, sentito il giogo della servitú piú acerbamente, e col remanere quasi vote hanno dato essempio ad altri quanto sia dura cosa ad un uomo libero il servire a quelli con li quali poco prima si competeva. Ma a quest’inconveniente procura il prencipe di rimediare con ogn’industria, e, quanto a Pisa, con farla riabitare per mezo del Studio, che ora è di qualche considerazione in Italia, con la fabrica delle galee e Tessercizio delle cose da mare, con il farvi risiedere l’ordine della cavallaria di Santo Stefano e con Tesservi giá andato a stare il duca Cosimo, due o tre mesi dell’anno, Tinverno, ed infine con rendere a coltura molte paludi per levare la malignitá dell’aere; ed ha operato in maniera, con queste vie, che, di 7000 anime che v’erano prima, ora arrivano sino a 21 e 22.000. L’altra poi, che è Siena, con averla il duca Cosimo fatta esente di molte gravezze per dieci anni dopo la guerra, le quali li sono state anco confirmate per altri dieci, de’ quali ora corre il terzo, richiamando con questo mezo i cittadini d’essa, sparsi per tutt’il mondo, ed allettandoli con speranza di godere piú tosto la dolcezza della patria, benché serva, con qualche commodo, che nell’asperitá dell’esilio provar anco Tincommodo dell’estreme gravezze; e se ne vede in buona parte seguir Teffetto, ritornando pur ogni giorno qualcuno. Onde questo Stato insieme si può dire assai populato, essendo nelli Stati di Fiorenza e Pisa piú di 600.000 anime ed in quello di Siena intorno a 500.000. E tutta questa gente, come ben sa la Serenitá Vostra, è atta ad ogni fazione ed essercizio, dimostrandolo molto bene il fiorire di molt’arti meccaniche e liberali di quella provincia, l’industria Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato - ili. M