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mare e terra di Roma, dov’è il paese aperto ed esposto alle incursioni, il principe gli ha proveduto con fortezze, come si dirá a suo luogo. Le strade, che di Lombardia conducono in Toscana, sono quattro. La prima è quella di Pontremoli, la quale referisce nello Stato di Lucca; e questa fece Carlo ottavo, nel 1494, quando andò all’impresa del regno di Napoli; il qual sarebbe passato con gran difficoltá, se non fosse stato aiutato da’ lucchesi e da’ fiorentini di vettovaglie e di ogn’altra cosa oportuna. La seconda è quella della Graffignana, per li monti posseduti dal duca di Ferrara, la qual medesimamente referisce nel piano di Lucca. Fu fatta questa strada dal duca d’Albania, nel 1524, quando il re Francesco I si ritrovava all’assedio di Pavia. Passò solamente con 600 lance e 6000 fanti ; furon fatte da’ fiorentini gagliarde provisioni di vettovaglie; e nondimeno pati grandemente. La terza strada è quella della valle del Sasso, che sbocca nella pianura di Fiorenza, per la quale son passato io nel mio ritorno. Passò di lá il quondam papa Leone, essendo cardinale, con gli altri della sua casa, con 6000 fanti, guidati da Raimondo viceré di Napoli, aiutato dalla fazione de’ Medici in Fiorenza e per viaggio da molti suoi amici e servitori : pati nondimeno grandemente; e, se la buona fortuna non l’avesse aiutato a prender Prato cosí presto come fece, era quello essercito rovinato dalla fame. La quarta strada è quella che si fa, per la Scarparia, da Bologna a Fiorenza, molto piú difficilmente che tutte le altre. Sbocca nel piano di Fiorenza due miglia lontano dalla cittá; per la quale son passato io nell’andata. Per queste strade non si posson condurre artiglierie se non piccole, e con molta difficoltá e con perdita di molto tempo. Per la via di Romagna vi sono quattro altre strade, ma molto peggiori delle sopradette. La prima è quella di Marradi per la valle di Lamon : la qual strada fecero le genti della Serenitá Vostra al tempo della guerra di Pisa; ma non possettero mai passar Marradi, per esser quella strada difficilissima ed impossibile a condurvi artiglierie. Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato - ni. 12