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di tener aperti gli occhi e di avergli cura alle mani, essendosi scoperto di un animo cosí grande. Dall’altro canto, non ha fatto il duca poco acquisto nel viaggio di Roma : perché ha riconosciuti tutti li confini del Stato della Chiesa, che importa assai sapere il sito de’ luochi da’ quali si possi ricever danno, perché piú facilmente e piú sicuramente si provede negli urgenti bisogni; ha visto e compreso con la presenza sua l’auttoritá e la forza d’un ponteficato e di che importanza sia la Sede apostolica; ha scoperto gli umori della corte romana e le passioni de’ cardinali, e molti se ne ha reconciliati e fattiseli amici, e con molti si è ridotto in stretta obligazione, e ne ha guadagnati alcuni, usando con tutti la forza della sua auttoritá, per potersene servir in un’altra elezione di pontefice; e poi ha dimostrato a’ suoi sudditi che sicuramente può star lontano e fuori de’ suoi Stati e che, cosí absente come presente, ha la man forte e potente di proibire ogni disturbo e di tenir lontane le mutazioni. Il che gli può esser gratissimo, quanto gli può esser stata di dolore la irresoluta partita di Roma; ché, aspirando alla corona, alle cose di Perosa, di Faenza e di Forli overo d’Imola, e di conseguir ogni suo dissegno e maggior grandezza, si vede ora ridotto di convenir solamente pensar di conservarsi in quella riputazione e stato che ’l si trova. E, perché doppo li re di Napoli, duchi di Milano, che fórno cosí grandi e che dettero tanto da fare all’Italia, non si è veduto altro prencipe maggiore di questo in Italia, però il conte di Tendiglia ebbe a dire che ’l suo re, che vuol la pace in Italia e che in pace vuol godere in Italia l’uno e l’altro Stato, si saprá ben levar le gelosie e le suspizioni d’attorno, quando gli ne sará data cagione, non possendo patir che una grandezza fatta da lui si abbia voluto far maggiore senza di lui; dicendo eziandio che l’Italia non aveva maggior satisfazione che delli prencipi assoluti e che di maggior sicurtá seranno sempre, essendo l’uno e l’altro Stato del re Filippo suo signore, che se fossero divisi: con le qual parole vòlse inferir assai piú di quello che mostrava di dire. E questi raggionamenti, disseminati, fórno cagione che il duca, presentendoli, si alterò e si ammalò eziandio di una febbre