Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. III, Parte I, 1916 – BEIC 1905987.djvu/164

regno di Napoli e lo Stato di Milano: da che ne nacque quella cosí grande e cosí forte investitura del Stato di Siena, che giá mi disse aver avuta dal re Filippo, accioché io lo scrivessi alla Serenitá Vostra, come io feci. Non so ciò: quanto ora siano per valer li strattagemmi e simili artifici, cessato al re Filippo le difficoltá che in tempo correvano ed essendosi apparentado con il re di Francia. Che se, per facilitar il parentado con il re cattolico, mostrasse il duca, come si dice, di voler una sorella del cristianissimo, questo non si vede che strenza per adesso la conclusione del parentado, perché altri pareri ed altri umori si sono mossi e risvegliati da un tempo in qua. E, se fosse vero quello che si va dicendo e sussurrando, che il re Filippo non ha possuto dar né alienar il Stato di Siena in pregiudizio de’ suoi successori, come Stato donato e posto nella corona di Spagna, e che sopra questo si movessero le armi, si afferma che questa saria una impresa molto dura e molto perniciosa a tutta Italia, perché il duca non vorrá mai tornar basso, essendo grande, se non con tutta la sua distruzione. E però, se bene il re cattolico fosse pentito e fosse ora d’altra opinione e che avesse pur animo di recuperare il Stato di Siena, dicono alcuni che le cose turchesche lo faranno andar risservato, aspettando altro tempo ed altra occasione migliore. Ma il duca che sa, che intende, che penetra e che è vigilantissimo e che si ritrova nel stato come egli è, come ha udito la Serenitá Vostra, dará sempre conto di sé in qualsivoglia fortuna; perché per questo si va con tanti ordini e provisioni apparecchiando di continuo nella pace, per potersi poi prevaler e difender nella guerra. Ché spesso suol dire il duca che la buona fortuna non dura sempre, e di piú una madre diventa il piú delle volte una crudelissima matrigna. Con il re di Franza vive il duca con questo rispetto, che desidera esser tenuto da lui per prencipe che possi e che vaglia e che sia d’auttorilá in Italia ed in molta considerazione e stima del re Filippo, perché con questo si vuole accrescer dignitá e presso Sua Maestá cristianissima; e va facendo poi