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hanno paura del compagno e che uno non sia spia dell’altro per acquistarsi la grazia del duca; di modo che non vi è persona che non tema de’suoi piú propinqui parenti e de’suoi piú intimi amici: talché ora d’ogni altra cosa si parla piú che del prencipe o del suo Stato, né anco in dirne bene. E non solamente si serve di simili spie nel 1 i Stati suoi, ma da per tutto dove sa che vi sieno fiorentini, e si serve eziandio di simili uomini presso tutti li suoi ministri d’importanza e presso suoi ambasciatori, per poter saper eziandio le loro operazioni - e in simil spie spende ogni anno piú di 40.000 ducati. E questo io ho saputo certo da chi tiene particolar conto di simil pagamenti. E per il vero sono infinite le provisioni che fa questo prencipe per assicurarsi del Stato e della vita; di che ha grandissima raggione, ed è prudenza grande, avendo l’essempio del duca Alessandro. Ma, tornando all’espedizion del duca della mattina, dico che, doppo espediti li criminali, intra il secretario delle cose del Stato e con questo negozia tutte le cose che occorreno; e, se vi sono lettere da banda alcuna, tutte si apreno di sua mano e sono lette prima da lui; e scrive assai di suo pugno, massimamente al re Filippo ed al papa, e le cose sue piú secrete sono da lui tenute in una sua cassetta coperta di velluto verde, della qual esso ne tiene la chiave, la qual cassetta li viene sempre portata dietro. E, dapoi ispedite le cose sue, dá audienza alti ambasciatori ed altre persone publiche, o nunzi di communitá o altri de’ suoi principali; poi fa introdurli particolari a uno a uno perfin ora da desinare, che per l’ordinario mangia tardi e molto sobriamente; e dapoi riposa sempre un poco; e poi espedisce le supplicazioni di grazia e di giustizia, e tutto lo segna di sua mano. E, se vi occorre materie dubiose, o che li pare di volere il consiglio de’ suoi (ché ne ha molti, che sono uomini di valore e di scienza), non li fa ridur altramente ma manda a chi li pare, sotto bolla, quello che vuole per averne sopra il loro parere, e questi rispondono di sua mano sotto bolla; talmente che le ressoluzioni si fanno poi a libito suo e non si dice mai: «11 consiglio ha rissolto», ma: «Il duca ha deliberato la tal cosa».