Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. III, Parte I, 1916 – BEIC 1905987.djvu/113

grasso due. 203.000. magro 172.000 La gabella de contrati, de comprede, de poderi, de possession, de dotte (fin alli 2000 fiorini, che a quel segno l’ordene delle dotte pagano 7 per cento, e da lá in suso pagano 14 per cento), item li altri contrati stipulati simplici, che pagano in 3 per cento . »» 18.000» 15.000 Tasse de citade e comunitade, excepta Pisa ed Arezzo, pagati li officiali e rettori, rendeno de intrata. »» 17.000» 12 000 E tra queste citade computasi Pistoia, che non è cita subietta, ma da sé libera, ma racomandata a quella republica, la quale vi manda li rettori, ed in reliquis essa cita elege li sui signori e Consegli e magistrati, ed è obligata a pagar a Firenze ducati 6000, oltra altri 6000 che la paga in li preditti officiali, benché è ditta cita agravatissima ed ultramodum tiranigiata, si che, de circa 20.000 ducati che la ha de intrata, mai la non si pò trovar un ducato, ché, come fiorentini sanno che la abbi qualche ducato in salvo, subito li vuole, dimandandoli o per imprestedo o per altra forma. E, se pur la tenesseno inquiete, saria meno male; ma, oltra di questo, hanno diletto tenerla in parte, secondo il loro proverbio: «Pisa in pograsso due. 238.000, magro 199.000