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supponendo che il Caroldo abbia letto la relazione dopo un primo diniego, e cioè dopo averla scritta in forma di lettera: vi si oppone la cronologia (cfr. Alberi, op. cit., ser. 11, voi. v, p. 298). Il Caroldo dunque stese la sua relazione in forma di lettera, che, anonima e autografa, come risulta dal confronto coi dispacci, conservasi nel codice marciano it., vii, 877, volume miscellaneo, formato da fascicoli di vari nomi, tra i quali occupa il primo posto la scrittura del Caroldo. Questa fu giá pubblicata, su una copia padovana, da C. Rosmini, che propendeva a crederla opera del segretario Luigi Marini ( Quattro opuscoli inediti del secolo XVI, ecc., Milano, 1819, p. 40 sgg.), indi dall’Albéri, su l’autografo (ser. 11, voi. v, p. 301 sgg.), che servi pure per la presente edizione. Il Baschet, La diplomatie cit., p. 151 sgg., esamina la relazione del Caroldo; e da questa e da altre relazioni edite delle corti italiane traggono partito, fra altri, gli autori della prima e della seconda edizione della Storia politica d’Italia scritta da una societá di professori, Milano, F. Vallardi ed. Una copia della relazione conservasi anche nel cod. 161, vii, della Trivulziana, e parecchi dispacci del Caroldo, scritti ai Capi dei dieci da Milano e da vari luoghi della Lombardia (1512 e 29 settembre 1516 — 23 gennaio 1520) stanno nella busta di tali dispacci nell’archivio di Stato in Venezia. n. Relazione di Giovanni Basadonna, 1531-1533. Ripristinato il governo di Francesco II Sforza, la repubblica di Venezia mandò oratore presso lui Giovanni Basadonna ( SenatoSegreti, reg. 54, c. 61, e Segretario alle voci — Senato, 1, 30 v.). Questi parti il 15 marzo 1531 e si fermò trentanove mesi presso il duca, cioè fino al 17 ottobre 15,33. La sua relazione fu trascritta in un registro ufficiale del secolo xvi, contenente altre relazioni di ambasciatori e di rettori (Archivio di Stato in Venezia, Relazioni, busta 32), mentre sette dispacci ai Capi dei dieci stanno, pure ai Frari, nella busta 16 di tali dispacci. La relazione, che è in copia anche nel cod. Vaticano lat. 6558, fu pubblicata con molte omissioni daH’Albéri (ser. 11, voi. v, pp. 331 sgg.), su la stessa copia ufficiale, ora pur da me riprodotta. A p. 43 fu aggiunto il nome di Cristina di Danimarca.