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MILANO

i. Relazione di Gian Iacopo Caroldo, 1515-1520.

Contro la nuova lega, conchiusa tra il papa, l’imperatore, il re d’Aragona, gli svizzeri, i fiorentini ed il duca di Milano, alla diplomazia veneta riuscí faticosamente di opporre la lega venetofrancese. Annunziata la discesa dí Francesco I, il senato volle inviare una solenne ambasciata per portare il benvenuto al re francese e l’n agosto 1515 riuscirono eletti quattro dei piú insigni patrizi: Antonio Grimani, Andrea Gritti, Domenico Trevisan, Giorgio Corner, i quali, accompagnati da splendido séguito e dai segretari Daniele de’ Ludovisi e Gian Iacopo Caroldo, partirono appena che la battaglia di Melegnano ed i successivi progressi delle armi francesi resero piú sicure le vie, cioè dopo l’ingresso di Francesco I in Milano, avvenuto l’u ottobre 1515 ( Entrata solenne e soggiorno in Milano dell’ambasciata veneta al cristianissimo re Francesco /, novembre 1515, per cura di F. Stefani, Venezia, 1S70). Compito l’ufficio dai quattro ambasciatori, il Caroldo rimase presso il governatore di Milano quale residente. L’ufficio suo durò, com’egli afferma, quaranta mesi, e cioè fino al giugno del 1520. Egli pure lamenta che non gli sia stato concesso di leggere in senato la sua relazione; non sembra però nel vero il Sanudo [Diari, xxvin, 522), quando scrive che tale lettura avvenne il 20 maggio 1520, né sembra accettabile l’ipotesi del Cicogna (in Cantò, Scorsa d’nn lombardo negli archivi di Venezia, MilanoVerona, 1836, p. 152), che cerca eliminare le contraddizioni,