Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. II, 1913 – BEIC 1905390.djvu/258

Al che il duca replicò che gli atti volontari non possono dirsi violenti, anzi con questo motivo distruggersi le violenze passate: e, quanto a’ sudditi, non essere da dubitare che di giá non avessero rivolto gli animi verso Roma, e, quanto alla potestá, esser meglio smontare che cadere: ma tuttavia ne parlerebbe con i ministri e si risolverebbe qualche cosa. Si consumorno dunque molti giorni in rivoltar per mano questo negozio, nel quale il duca stava sempre piú risoluto, e, ad esequirlo, non gli mancava altro che soggetto di suo gusto, per mandarlo a Roma a supplicare il papa e a concertare il nuovo negozio. Desiderava Sua Altezza di mandarvi il Donato, e mostrava di confidarsi assai; ma egli per qualche suo domestico rispetto se ne scusava, né voleva ingerirsi in facenda si grande, che doveva trattarsi in luogo grandissimo. Obedi nondimeno a chi poteva comandare, e si trovò ben presto a’ piedi di Sua Santitá con ampie commissioni e con l’arbitrio di tutto il negozio interamente rimessogli, insieme con il residente Albani, che si trovava alla corte, dove s’eccitò molta curiositá in vedere che un prencipe, riputato de’ piú -savi dell’etá nostra e che era in concetto d’essere poco affezionato ai preti, si fosse risoluto di chiamarli al governo quasi di se medesimo e consignar loro il tutto, mentre pochi mesi prima aveva costantemente negato picciol parte; e tanto piú, che di tanta risoluzione non aveva communicato cosa alcuna col granduca, né commesso al Donato che la partecipasse con i di lui ministri. Onde pareva che il negozio fosse piú tosto precipizio o almeno sdegnoso risentimento. E, per tale ricevendolo forse il pontefice, rispose alle proposte del Donato sentire mal volentieri le dimande del duca, non avendo inai desiderato né preteso altro che assicurare la devoluzione dello Stato dopo i giorni di lui, non essendo suo fine d’interrompere o di mescolare in quel laudatissimo governo, che egli ha esercitato tanti anni e che è riuscito cosí caro a’ suoi popoli; sapere la Santitá Sua che il duca era in termine di governare come prima, né fargli ostacolo l’impedimento della persona, mentre deil’altre parti nobili è in perfettissimo vigore; replicando sentire dispiacere che venisse