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Chiesa, né farebbe atto alcuno che pregiudicare le potesse. Alla qual instanza trovò contraddizione, perché, insospettito ed alterato l’animo di Sua Altezza dalla prima richiesta, non sapeva dove andasse a ferire la seconda. La cui repulsa stordí in maniera Pavoni, che si licenziò per tornarsene, e voleva partire, benché giá fossero molte ore della notte; ma, ritirato al suo alloggiamento e differita la partenza al giorno appresso, ottenne in scritto quanto voleva e portò a Roma un chiaro testimonio della volontá del duca ed un confesso di devozione e di fedeltá. E nientedimeno, non contento il pontefice di cosí fatta dichiarazione, o dubioso di non ottenerla, aveva, senza aspettarne l’evento, giá spedito il Cardinal Cennino, che venisse a fare simili instanze e calcasse la mano per ottenerle. Arrivò il Cardinal cinque giorni solamente dopo la partita di Pavoni, e, dopo arrivato, gli sopragiunse altro corriere; e piú strigata e stipulata convenne il duca replicare la prima confessione, o sommissione, o spoliazione, com’altri la battezzarono. La veritá è questa: che simil forma di scritture, si come servi al papa di buona cautela per distruggere i mali pensieri, se ve ne fossero stati, cosí avvili in maniera l’animo del duca, che mai piú né sodisfatto né contento fu veduto. E pure potrebbe dirsi che, essendo stati volontari gli atti che fece e portati da ogni dolcezza e termine d’onore, la colpa fosse stata la sua, o di troppo timiditá, o di soverchia credenza che con quei soli avessero a terminare i suoi affanni. Ma chi non è avezzo a vedere in far la mala fortuna, può, benché savio, cogliersi nella rete, perché i marinari si conoscono nei pericoli e non nel porto; ed il duca, che per 75 anni continui non aveva mai avuto negozio fastidioso dell’esser suo, o non seppe o non volle resistere, né fece conto dei consegli che gli furono dati, né prezzò la moderazione, che cosí gran principio de’ successi maggiori ricevere potea. Disse nondimeno, non ignaro delle voci che correvano della sua persona, che gli Stati erano della Chiesa e ch’egli era obligato spendere la vita, nonché le parole, per farglieli ricadere; e che, essendo solo, vecchio ed infermo, il tempo averebbe dimostrato che era meglio obedire che