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ed utilissimo servigio, e che, se alcuno avesse modo in queste angustie di metter insieme gran numero di buoni soldati, il conte di Montebello l’averebbe con manco difficoltá d’ogni altro. Benché di questo io ne abbi fatto parola nell’eccellentissimo Collegio, pure, parendomi di molta importanza questo ragionamento in ciò del signor duca, non ho voluto mancare anco di rappresentarlo in questo eccellentissimo loco, perché mi par che sii da esser posto in molta considerazione che, in queste difficoltá di aver fanti, per li impedimenti che mette il pontefice, e per essersi publicamente diffamato che li soldati abbino tanto patito nell’armata e nelle piazze di Vostra Serenitá, si ritrovi persona, la quale, con l’aiuto e favore di cosí gran principe, sicuramente possi metter insieme quantitá di valorosi soldati. Mi sono stati oltre di ciò ricordati da monsignor illustrissimo cardinale e dal signor principe diversi altri capitani, i memoriali de’ quali ho portati nell’eccellentissimo Collegio, e son sicuro che saranno avuti in considerazione da quelli eccellentissimi padri. Ma, accioché si possi con maggior fondamento servirsi, occorrendo il bisogno, delli capitani che sono appresso Sua Eccellenza, ho procurato d’aver una nota di tutti i capitani che sono alla sua corte, nella qual sono anco particolarmente notati li capitani vecchi e di séguito e che hanno visto delle guerre, da’ quali Vostra Serenitá possa in questi importantissimi bisogni trarne qualche utilitá, la quale io presenterò o in Collegio o all’offizio de’ ragionati, come piú piacerá alla Serenitá Vostra. Spende Sua Eccellenza molto largamente, ed oltre il trattenere un’onoratissima corte, anzi piú corti, cioè la sua, quella del principe, della duchessa e della principessa, qual tutte son piene di molti gentiluomini, vuole alloggiare tutti i personaggi che passano per il Stato suo, il numero de’ quali alla fine dell’anno si trova esser grandissimo. Dona a’ suoi servitori e, quando ha preso la protezione e l’amicizia d’una persona, non cessa mai di accarezzarla e magnificarla, tanto che molto volentieri ognuno concorre a quella corte.

È, Principe serenissimo, gravissimi signori, questo duca principe da esser grandemente stimato, prima perché dal suo Stato