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mi furori dette da Sua Eccellenza e da molti suoi gentiluomini in diversi propositi, che Sua Eccellenza grandemente non desideri di tornar al servizio di Vostra Serenitá e che grandemente non si penta d’essersene partita. Ma quello che è fatto non si può tornar adietro.

È Sua Eccellenza di etá intorno a’ 57 anni; ma è ancora assai gagliardo ed assai sano della persona: ben è vero che patisce alcuna volta di gotta. Suole il duca abitare per l’ordinario il verno nella cittá di Pesaro, dove anco al presente si trova. La qual cittá è posta alla marina di questo mare Adriatico, e circonda due miglia, ed è fortificata alla moderna; la cui fortificazione fu incominciata dal duca Francesco Maria, e fu poi seguita e ridotta a perfezione dal presente signor duca. E Sua Eccellenza la tiene guardata con soldati e fornita di bonissima munizione di artegliarie ed altre cose necessarie alla difesa d’una cittá; ed ha nel suo palazzo una sala tutta piena di bellissime sorte di arme, appresso la quale in un’altra stanza vi sono arme per armar 600 persone, nella qual si può venire per una scala segreta dalla camera propria del signor duca. Vive Sua Eccellenza assai allegramente, dandosi piacere con i suoi gentiluomini, e con quelli, li quali sono continuamente appresso la sua persona e pochissima parte del giorno si allontanano da lei: sono prima il signor Pietro Bonarelli, il quale è sopramodo caro al signor duca ed ha il titolo di capitano generale della cavalleria, ed è quello che può ogni cosa appresso Sua Eccellenza, con qualche risentimento del principe; il conte Fabio Landriano, che ha una nipote del duca per moglie; il signor Rainer del Monte, che è suo capitan generale de’ fanti; ed il conte di Montebello, che ha per moglie una sorella del conte Pietro predetto. Di questo conte di Montebello mi disse Sua Eccellenza che fin dal principio della guerra lei desiderava ch’egli venisse alli servigi di Vostra Serenitá, ed aveva fatto che se le offerisse, e che, sebene era stato accettato, finora non era venuta occasione di servire, ma che al presente si trattava la sua condotta; e m’ha commesso Sua Eccellenza ch’io dica a Vostra Serenitá che da questo conte la ne riceverá onoratissimo