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prudente e religiosa e molto amata dal signor duca suo marito. Questa signora, che parla molto accomodatamente, m’ha commesso ch’io dica alla Serenitá Vostra che non vive al mondo la piú devota servitrice dí questo serenissimo dominio di lei e che sente grandissimo dispiacere de’ travagli della Serenitá Vostra, e, non potendo, come donna, darle alcuno aiuto, ella non mancherá di porger a Sua divina Maestá caldissimi preghi (e faceva ch’el medesimo facessero tutti i monasteri del Stato suo) che per sua pietá voglia liberarla da’ presenti travagli e darle vittoria de’ suoi nemici. Ed infatti, al modo col quale esprimeva queste parole e a’ molti favorí che ha voluto fare Sua Eccellenza alla persona mia come rapresentante di Vostra Serenitá, io ho conosciuta una grandissima affezione che porta questa signora a questo eccellentissimo dominio, della qual m’ha parso debito mio darne conto alla Sublimitá Vostra ed alle Vostre Signorie eccellentissime.

Ha avuto Sua Eccellenza sei figlioli: doi figliole femine naturali, una legittima nata della duchessa di Camerino, e con la presente duchessa il signor principe e due figliole femine. Delle figliole naturali la prima fu maritata in primo matrimonio al conte Antonio Landriano: ora è maritata nel signor Pietrantonio da Luná, gentiluomo milanese, ricco e signore di castelli. L’altra è moglie del signor Guid’Ubaldo da Monte, del signor Renier e nipote del signor Montino, che serve al presente alla Serenitá Vostra. La figliola della duchessa di Camerino, che si chiama donna Virginia, fu nel primo matrimonio maritata nel conte Federigo Buoromeo, nipote di papa Pio IV, il qual pontefice diede intenzion al signor duca, facendo questo matrimonio, di investirla nel ducato di Camerino, ch’era posseduto dall’avo; ma morí il conte Federigo senza che il papa avesse fatta alcuna resoluzione. Si trovava al presente maritata questa signora nel duca di Gravina, principe di molta stima nel Regno, di casa Orsina; la quale nel parto d’una figliola se n’è morta, con grandissimo dispiacere di Sua Eccellenza, che l’amava cordialissimamente. Ha lasciato per testamento erede universale di tutte le sue ragioni il signor duca, suo padre; e questo è stato detto