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Il mio secretorio è stato messer Gabriello de’ Gabrielli, giovane di rara bontá, d’ottimo ingegno e molto diligente nelFofficio suo; e, per dire in una parola quello ch’io sento di lui, egli si può riputar degno figliuolo di quel padre, cosí prudente e fedele, come sa ciascuna delle Signorie Vostre eccellentissime. Quanto appartiene alla persona mia, io, serenissimo Prencipe, eccellentissimi e sapientissimi signori, so che l’officio d’ogni buon cittadino è di adoperarsi con assidua diligenza ne’ negozi, che dalla sua patria gli son commessi; né di questo suo ben operare egli dee desiderare altro premio, percioché egli fa quello che per obligo è tenuto di fare. Ma ben allo incontro mi par degno, non solamente di gran riprensione, ma di castigo colui che manca in alcuna cosa per negligenzia nell’officio suo. E perciò, se ho detto che mi sono sforzato d’usare ogni possibile diligenzia in questo carico, che m’è stato imposto da questo illustrissimo senato, non mi pare d’avermi laudato, nm si bene d’aver mancato di quel vizio, del quale dee mancare ogni buon ministro de’ suoi signori. Della spesa non voglio dir qui, né s’ella sia stata né quanto sia stata maggiore di quello che avrei potuto fare perii modo che in’ha dato la Serenitá Vostra; ma quello che ho fatto, 1’ ho fatto prontamente e volentieri per onore e dignitá di questo Stato, per il quale, occorrendo, sarei prontissimo a spendere la vita, nonché le facultá. Faccia pur Nostro Signore Dio che alla Serenitá Vostra ed a tutti questi illustrissimi signori piaccia servirsi della persona mia in quelle cose a cui sarò giudicato esser atto o, per dir meglio, soggetto non inutile; ché dal conto mio prometto e m’obligo di far si che io non possa mai essere accusato da niuno di negligenzia né di sordidezza. E se queste due condizioni non fossero in me naturalmente, sará tanto l’ardore ed il desiderio mio di operar bene nel servire la Serenitá Vostra e tutti questi illustrissimi signori, che quello supplirá ad ogni difetto che si potesse ritrovare in me. E, senza dir altro, nella buona grazia della Serenitá Vostra e delle Signorie Vostre eccellentissime mi raccomando con ogni termine di riverenza.