Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. II, 1913 – BEIC 1905390.djvu/182

Chiesa, il duca ne ha piú gelosia che d’ogni altro luogo. Oltra di questi siti, ve n’è, per quel che ho inteso, qualche altro luogo forte per natura, ma non luoghi nobili. E, quando si ragiona con ogni sorte di persone, in quello Stato qual sia la maggior fortezza che Sua Eccellenza abbia, ciascuno ha questa parola in bocca pronta: che la ròcca fortissima, che ella possiede, è la fedeltá, il valore ed il gran numero de’ suoi sudditi, e l’umbra di questo Stato.

Ha Sua Eccellenza un’armaria in Pesaro, che fu messa in ordine dal padre, di tutte le sorti d’arme, arme eccellentissime, di poco numero ma di molto valore: esse sono stimate 25.000 ducati, benché quelli del duca dicano 50.000 e piú. In Pesaro ho veduto una stalla di cavalli di Sua Eccellenza, cavalli d’ogni sorte, turchi, giannetti e di Reame, ed alcuni barbari: stalla assai conveniente al grado di Sua Eccellenza. Mi fu detto che in altri tempi n’era d’altre cavalcature.

Che questo signor duca abbia dipendenza o intelligenza con niun gran prencipe di cristianitá, io noi posso credere veramente: percioché per tutte le ragioni del mondo egli, per obligazione e per volontá, credo che del tutto dipenda da questo Stato, nel quale egli è, si può dire, nato, allevato e cresciuto, ed ha la riputazione di esser governatore, il quale grado lo fa stimare forse il primo prencipe d’Italia. Egli ha tante utilitá e commodi per se stesso e per tutti quelli che dipendono da lui; egli ha servitú del padre e d’altri suoi passati; egli ha la necessitá della sicurtá dello Stato, il quale non potrebbe avere piú vero sostegno di questa eccellentissima republica; egli vede che i suoi sudditi hanno un’inclinazione a questo Statosi grande, che forse maggiore non si potrebbe desiderare, per quello che ho potuto comprendere; percioché, ora che ’l suo signore è appoggiato alla Serenitá Vostra con questo grado onoratissimo, pare loro poter vivere tranquillamente. Si che per tutte queste cagioni io tengo per cosa certa che i suoi pensieri tutti siano uniti insieme ed indirizzati a servire, vivere e morire con questo illustrissimo Stato. E questo favor grande e segnalato, che la Serenitá Vostra e le Signorie Vostre eccellentissime gli han fatto, di mandargli