Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. II, 1913 – BEIC 1905390.djvu/170

manco che mediocre; di complessione melanconica mista col sangue; sano della persona, ed assai forte e destro, per quello che s’è potuto vedere per il passato negli essercizi corporali, e spezialmente alla giostra di Ferrara, che fu giá 13 anni (salvo il vero), nella quale si disse ch’egli fece maggiore prova d’ogni altro che vi si ritrovasse allora. I suoi essercizi sono questi: la mattina primieramente ode la messa, va poi alla stalla de’ cavalli, camina, desina, ragiona, va all’armeria, poi al giuoco della palla con l’archetto, cavalca e poi negozia, e la sera, innanzi cena, legge. È tenuto persona religiosa, per quello che si vede nelle cose estrinseche; molto giusto, per quello che la Serenitá Vostra e le Signorie Vostre eccellentissime intenderanno, quando parlerò della sua corte. Egli è stimato prudente, percioché pensa molto sopra le cose ch’egli ha da fare o dire, e vuole consiglio di coloro che gli paiono bastanti a darglielo; e, fatta la risoluzione di quello che egli ha pensato di fare, egli vuole che vi sia data essecuzione per ogni modo, a quel tempo ed a quell’ora medesima, ch’egli averá dissegnato, e, quando egli vede che non sia a punto essequito secondo il suo disegno, egli s’altera grandemente. Negli affetti dell’animo, per quello ho inteso da molti, egli sente piú il dolore nelle cose averse che l’allegrezza nelle prospere. Egli dimostra d’essere desiderosissimo d’onore, e l’ho sentito piú volte laudar sommamente coloro che gli pare che abbian detto ed operato qualche cosa egregia, e biasimare con gran parole molti capitani, e antichi e moderni, che per qualche suo utile particolare han fatto cosa non degna di capitani. Ha usato Sua Eccellenza liberalitá nel rimunerare servitori benemeriti del padre e suoi, donando possessioni ed alcuni castelli, come sarebbe a dire al signor Rinieri dal Monte, al conte Orazio Florido, al conte Giovanni Giacomo Leonardo, che è il suo ambasciatore che fa residenza appresso la Serenitá Vostra, persona di quella gran prudenza e valore che sanno le Signorie Vostre eccellentissime. Ed egli dimostra di esser liberale in questo: di far alloggiare ogni sorte di persone onorevoli, quando passano per lo suo Stato. Egli non è riputato da’ suoi ministri niente affabile, percioché co’ suoi