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quello che sarebbe il mondo quando gli venisse tolta la luce del sole, accioché io possa in questa mia relazione piú distintamente procedere, e le Signorie Vostre eccellentissime piú facilmente comprendano quanto io riferirò, mi pare, innanzi ch’io vada piú oltra, che sia bene proponer per capi quelle cose ch’io son per dire. Dirò adunque prima e brevemente come alla commissione, che m’è stata data per questo eccellentissimo senato, io abbia dato essecuzione. Parlerò della persona del signor duca, della sua corte, e spezialmente in quello che appartiene alla giustizia; considererò il suo Stato e gli abitanti del paese, con tutte le cose appartenenti a quello; dirò intorno alle sue forze quello che ho potuto intendere; e i commodi e benefici che questo Stato può trarre dall’aver questo duca a’ suoi servizi. La qual parte finita, finirá anco il mio parlare.

E, vegnendo alla prima parte, dico ch’essendomi messo in viaggio, secondo l’ordine della Serenitá Vostra, e gionto a Pesaro, mi venner ad incontrare molti gentiluomini, capitani e quasi tutto il popolo di quella cittá, e fui ricevuto con tanto onore che non si potrebbe desiderar piú. Il secondo giorno dapoi, essendomi inviato per Urbino, ritrovai due miglia e piú fuori della terra il signor don Giulio duca di Sora, fratello del signor duca, che era venuto per incontrarmi: il quale mi disse che in ogni altra occasione il signor duca sarebbe venuto personalmente a fare il medesimo officio, per la infinita riverenza ch’egli porta a questo illustrissimo Stato; ma che Sua Eccellenza era stata astretta a restare dal costume di tutti i suoi passati, ch’era, in simili casi di morte de’ suoi congionti, starsene fuori della cittá solitari, e che Sua Eccellenza particolarmente, tirata da un gravissimo dolore e straordinario (percioché straordinariamente egli amava la sua consorte), era stato continuamente dapoi la sua morte, e tuttavia si ritrovava, con pochissime persone in luogo rimoto. Venne poi Sua Eccellenza la seguente mattina nella cittá.

Andai a far l’officio, che mi fu imposto dalla Serenitá Vostra e dalle Signorie Vostre eccellentissime. Sua Eccellenza mi venne ad incontrare fino alla camera della sua sala. Io la ritrovai molto