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Stabili l’erezione in Cremona di un depositorio di sete e di lini, sul modello di quel ch’esiste in Milano. Spiegò la disposizione di far che si pareggino le stoffe di seta fabbricate in Lombardia a quelle del Tirolo nel dazio d’entrata, che pagano rispettivamente nei Stati ereditari di Germania. Ordinò adattati regolamenti e discipline per procurar il miglior andamento del setificio e lanificio di Como, alla qual cittá accordò in massima una fiera annuale. Ha confermata la tassa mercimoniale, ma esentandone la classe piú bisognosa de’ piccoli traficanti ed artigiani. Di piú, prescrisse in massima che le dogane si piantino tutte ai confini, e si aboliscano affatto le intermedie da una provincia aH’allra. Che sia levato qualunque dazio all’interna circolazione, salvo la gabella alle porte. Che sia resa libera l’estrazione di tutti li prodotti e manifatture del paese, con risserve per le sete crude, e che sia pur esente l’introduzione di tutti li generi di prima necessitá e che mancano al paese stesso ed occorrono per tinte, manifatture, ecc. Che non debbano piú esservi mercanzie assolutamente proibite. Che s’aggravi l’ingresso de’generi di capriccio e di lusso, ma in modo che non equivalga ad una proibizione quasi assoluta e non ecciti il contrabando. Condiscese infine alla sussistenza de’ benefici ecclesiastici di giuspatronato ed a restituire alle famiglie e corpi nominati da’ testatori cosí quei benefici ch’erano stati convertiti in curati, come l’amministrazione de’ legati pii, che loro s’era levata. Ordinò che il civanzo de’ benefici vacanti e delle sopressioni abbia ad esser impiegato unicamente a prò delle cittá e communi, ove prima esistevano, o come si fosse ordinato da’ testatori. Che tutti li benefici ecclesiastici debbino conferirsi a’ soli nazionali. Confermò poi le scuole normali gratuite; si dichiarò disposto di repristinare li seminari vescovili, e cosí le scuole del Santissimo in ogni parrocchia. Rimise tutti gli ospitali e luoghi pii sotto l’amministrazione delle congregazioni e corpi civici. Volle riaperta nell’Ospitai maggiore, ed introddotta negli altri ove manca, la ruota per gli esposti. Lasciò all’arbitrio delle cittá il regolar colle mete, o il render libera affatto la vendita del pane. Ed è concorso al riaprimento o alla nuova erezione nella cittá