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governo la nomina dei benefici per tutti li mesi romani, e prescritto che la giurisdizion delle diocesi vescovili si ponesse alla linea confinai delli Stati. Il clero regolare poi, oltre alla sua dominazione, trovavasi del tutto disgiunto da ogni interesse e dippendenza da’ generali, subordinato alli prelati ordinari, ed obligato per li suoi beni a tutti li pesi in eguaglianza de’ laici.

In tale stato di cose, riddotti a maturitá li piani per l’ulteriori riforme, furono eccitati li reali arciduchi governatori al viaggio di Vienna, Parigi e Londra, durante il quale se ne realizzò infatti la loro rapida esecuzione. S’incominciò dal sistema governativo e lo si riddusse in modo che, risservata all’arciduca governatore la sola dignitá e rappresentanza esterna, ed annullati tutti li restanti uffici, dicasteri e colleggi, s’institui un nuovo Consiglio di governo con sette consiglieri, aventi separato dipartimento, con voto consultivo, ed in tutto subordinato al ministro plenipotenziario, che vi pressiedeva come capo. Si suddivise la provincia in otto distretti con porzioni quasi uguali di territorio; si destinò in cadauno una regia intendenza politica ed una congregazione municipale con ispezioni e facoltá amplissime, dipendenti però dal Consiglio governativo; e furono le dette intendenze delegate anco nella materia de’ confini ed a supplir, in luogo de’ visitatori parimenti aboliti, alle visite metodiche delle linee finittime.

Si eresse in Milano un nuovo ufficio fiscale; s’ordinò sovranamente l’unione del banco di Sant’Ambrogio al monte di Santa Teresa: con che s’attirò all’immediata disposizion del governo anco la di lui azienda, sin allora amministrata da un corpo civico. S’introdusse due nuovi uffici: uno detto del «protocollo degli esibiti», ove accogliere le suppliche e memoriali; l’altro delle «tasse o spedizioni», da cui diramarsi tutti li relativi rescritti, mediante pagamento imposto alle parti interessate, sia favorevole o contrario il decreto. Per tal modo aperta una facile strada a qualunque riccorso, si converti anco quest’oggetto in profitto considerabile del regio erario.