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Esposizione di ANDREA ALBERTI

DELLE RIFORME COMPIUTE NEL MILANESE da Giuseppe secondo

Giunto nell’agosto 1785 in Milano, trovai che siedeva in trono Giuseppe II, fermo nella massima a lui prediletta di riddurre ad una sola conformazione di sistema ed all’immediato sovrano suo arbitrio tutti gl’interessi e tutte le parti degli ereditari domini, non ostante qualunque costumanza, privileggio o legge in contrario.

Aveva in conseguenza sospesa ogni facoltá prima esercitata dall’arciduca governatore, ed unita nel ministro plenipotenziario, dichiarato nel tempo stesso commissario imperiale, tutta l’azione del governo.

Erano cessati moltissimi uffici nel censo, nella Camera e nei dipartimenti civici, e riddotti li corpi e magistrati sussistenti alla semplice forma e ad una totale subordinazione. Il ducato mantovano incorporato nel Milanese, tolta alle congregazioni civiche l’amministrazione degli ospitali e luoghi pii, e variate le forme e persino gli oggetti delle pie fondazioni laicali e della distribuzion delle elemosine e doti, sebben dipendenti da disposizioni testamentarie. Eletto inoltre per nomina regia un nuovo arcivescovo, capo del rito ambrosiano, che non si volle piú cardinale, era stato spogliato il clero secolare di ogni immunitá ed esenzione; devoluta alli tribunali laici la giudicatura sui matrimoni; avvocata al