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Ma nell’apprensione ed amministrazione de’ fondi ecclesiastici moltissimi sono gli articoli occulti, de’ quali è impossibile venir al chiaro, e che avrebbero potuto essere alle comunitá, alle parrocchie, agli ospitali, a’ luoghi pii, di sollievo e profitto. Per ottenere i piani di consistenza, considerabili sacrifizi hanno fatto i monasteri e i conventi.

Nell’apprensione, amministrazione e alienazione de’ beni, non sono né saranno mai liquidabili le scorte, le restanze, le piante, gli appendizi, e molto meno le occulte industrie nelle stime, nelle vendite, nei contratti.

Da tutto questo si conosce quanto per questo Stato sia necessario che con mano forte si restituisca l’ordine, si tolga ogni arbitrio e si distribuiscano i ministri in quegli uffizi, che sono proporzionati alla loro abilitá, integritá, attivitá e carattere, nei separati tribunali o dicasteri, ne’ quali possano agire con libertá e con responsabilitá presso il sovrano, onde le leggi e gli ordini emanati dal trono non passino sotto l’industria dell’interpretazione, che apre la strada alla modificazione, e quindi con una successiva alterazione divengano finalmente un istromento dell’arbitrio e dell’autoritá illimitata e illegale. Questo scritto non è che un compendioso saggio degli effetti e delle conseguenze che son derivate dal nuovo sistema. Ai mali conosciuti non è difficile ritrovare un pronto e sicuro rimedio, ed allora «lex erit. manifesta, nec quemquam in cap/ionem civium devocabit. Erii edam, secundum consuetudinem civitatis, loco temporique conveniens, iusta et aeqnabilia praescribens, congruens, honesta etdigna, utilis, necessaria» (Legis wisigoforum, libr. 1, tit. 1, g iv).

In vista del presente scritto l’imperatore Leopoldo cominciò a regolare le cose dello Stato; ed avrebbe provveduto a tutto, se la morte non lo avesse impedito.

Abolí le nuove divisioni e dipartimenti fatti dall’imperatore Giuseppe II e restituí i territori come erano prima. Ordinò che i pretori non istassero in offizio piú di due anni e che fossero sottoposti al sindacato. Comandò la riforma del codice civile e criminale, che non è ancora fatta, e un piano di polizia sul