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di tutti i giudici, si è fatta valere la ragione che non conveniva che un solo giudice giudicasse di somme importanti. Le spese, che i litiganti incontrano nelle preture forensi, sono eccedenti, dovendo da Milano condurre in luogo avvocati e procuratori.

Di piú, volendo appellarsi al tribunale in Milano, si è aggiunto un obbligo straordinario ed ingiusto, ed è di dovere spedir per la posta i processi e le carte componenti gli atti; proibendosi alle parti ed ai pretori di farle pervenire, tuttocché sicure, in altra maniera. Quest’obbligo porta un aggravio eccedente, e si è notato che talvolta un involto di tali processi, per esempio da Varese, costò lire 120 e piú.

Come poi cotesti pretori forensi provvedino ex officio al criminale, procurando di purgare il territorio di malviventi, basti il riflettere che, nel sistema passato, il maggior lavoro era ricompensato, pagandosi il processo secondo il numero de’ fogli: ora il lavoro è di danno, perché a spese del pretore o attuario va la carta e non ottiene nessun compenso.

Cotesti pretori, nel sistema passato, erano tenuti in freno dal sindacato; a formar il quale erano destinati i vicari generali, che non avevano stipendio, se non allora che andavano al sindacato. Questi sarebbero stati forse ancora piú utili, se fossero stati ristretti unicamente a sindacare ed a procedere alle giornaliere occorrenze, e non a definire intorno agli atti del pretore, de’ quali pare che dovessero render conto unicamente al tribunal supremo. Pure, accogliendo il sindacatore in luogo i reclami e le notizie intorno alla condotta del pretore, ed accadendo che qualcheduno fosse punito con la perdita della pretura, l’esercizio della giustizia civile e criminale era, per quanto potevasi, assicurato.

Ora, resi perpetui i pretori ed aboliti i vicari generali ed ogni sindacato, ed ancora ampliata la loro autoritá, non hanno alcun freno e, non essendo essi tutti eroi, possono in mille maniere farne abuso.

Si è erroneamente creduto che il protocollo bastasse a conoscere la loro condotta; ma altro è il protocollo, in cui con