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spese e nell’ornato delle cittá. Ommessa la considerazione degli obblighi sociali, per i quali le cittá concorrono dal canto loro alle spese de’ ponti, di ripari d’acque, d’epidemie, ecc. delle comunitá, ed ommesso il disordine, che prima del censimento regnava in tutto lo Stato per la divisione de’ beni civili e rurali e per la moltiplicazione delle amministrazioni, si rifletta a due soli articoli atti a dimostrarne il soffisma: i. Che (parlando della cittá di Milano) tutto il terreno, che forma l’area del ducato, ossia della sua provincia, è, almeno per nove decimi, posseduto da’ milanesi; sicché, quasi tutto quello, che pagano le comunitá della provincia per cagione della cittá, è pagato da’ medesimi milanesi abitatori di essa cittá, onde son essi attivi e passivi nell’istesso tempo. 2. Che, supposto che l’aggravio del ducato importi un danaro per scudo, per tale oggetto detto ducato, cioè i milanesi proprietari de’ terreni, invece de’ 26 danari, pagherebbero danari 25. Ma al contrario, dovendo la somma risultante da un danaro sopra 40 milioni circa di scudi, e dimostrato che codesti fondi stabili sarebbero aggravati d’otto danari piú e pagherebbero danari 33 invece di 26; cosí accrescerebbero almeno di un terzo gli affitti delle case, e gli artefici e ’l popolo sarebbero obbligati ad espatriare e ad accrescere il prezzo delle loro opere e merci a danno de’ possessori, del commercio e delle regie finanze. Cosí la perequazione del carico sarebbe sempre piú alterata, e la liquidazione dei debiti e crediti fra le cittá e le provincie terminerebbe di distruggere tutto il bene e la felicitá, che lo Stato ha diritto d’attendere dalla saggia direzione della pubblica economia.

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Breve confronto del sistema giudiziario.

1. Molti erano i giudici di prima istanza, oltre i pretori forensi, i quali disimpegnavano e definivano le picciole contestazioni o liti di poca entitá, come il podestá, il vicario pretorio, i giudici detti «del gallo» e «del cavallo», quattro consoli di