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imperatrice Maria Teresa alla casa di Savoia. Significate altre volte a Vostre Eccellenze le politiche ragioni per le quali la corte di Inghilterra, inclinatissima in ogni tempo per gli interessi di quella di Torino, ha introdotto obbietti e difficoltá per una tale restituzione, posso però aggiungere ad ossequiato loro lume che, all’atto della mia partenza da Milano, quel governo non aveva del tutto perduta la lusinga che fosse per avere un buon esito il progetto, tanto piú da esso coltivato, quanto che è quasi generale nei sudditi degli Stati, ceduti con gli ultimi trattati alla casa di Savoia, il desiderio di ripassare al dominio austriaco.

Niente meno interessati sono per la verificazione del progetto stesso i milanesi, onde vedere con una tale riunione ampliato quello Stato ed accresciute e rese piú floride le sue rendite, in compenso non solo delle imposizioni, alle quali in ora per l’attuale guerra soggiaciono con doni o gratuiti o ricercati, ma anche del grave danno che ne deriva alla massa della nazione per la totale sospensione di commerzio con la Francia, che, sebbene rapporto ad essa fosse passivo in complesso per i milanesi, pur tuttavia non lasciava di rendersi quindi per loro attivo in conseguenza delle molteplici immissioni, che si facevano da Milano per i finitimi Stati, delle manifatture di lana e di seta, e particolarmente di lusso, che provenivano di Francia. Ben previdero tra gli altri i negozianti milanesi le pregiudiziali conseguenze, che derivar dovevano ad essi ed alla nazione dalla tenuta proibizione di introdurre manifatture estere, spezialmente di Francia, nella Lombardia austriaca, e lo comprenderanno a pieno Vostre Eccellenze dall’annesso esemplare della rimostranza prodotta al governo e all’imperatore, nel tempo stesso che potranno da essa carta avere il quadro, per il fatto non molto felice, che essa presenta sulle manifatture di quello Stato, quantunque non cessi il governo con opportuni allestanti mezzi di animare ed incoraggiare la nazionale industria. Nessun altro effetto però ha sino ad ora prodotto la carta medesima, se non che quello di permettere ai reclamanti negozianti l’ingresso di quelle merci, che essi avevano commesse prima