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Altra special delegazione è derivata all’ossequio mio, onde fissar le massime, rettificar li conteggi e liquidar il credito professato dal governo per le vitalizie pensioni alle ex-monache del soppresso monastero in Treviglio, giá assentite dall’eccellentissimo senato, stanti li beni in territorio cremasco, appresi da quel veneto fisco. Adempito in conseguenza all’incarico, ed umiliati alla sovrana auttoritá ed all’aggionto eccellentissimo sopra monasteri gli dettagli e documenti relativi, in un colla domanda del ministro plenipotenziario per il pagamento de’ decorsi, e col progetto del regio delegato consiglier abate Vismara, per una maggior facilitá delle corrisponsioni future, pende tuttora l’afiTare dalle mature detterminazioni di Vostre Eccellenze. Ripigliando per ultimo il tema dello stato politico della provincia, indicherò riverentemente che, devoluto alla reai arciduchessa di Milano il possesso dei Stati di Massa e Carrara e non lontana la di lei successione a quello di Modena, che tutti passeranno in sovranitá al reai principe, figlio suo primogenito, quallora il serenissimo duca attuale non dasse con nuovo matrimonio altro legittimo successore al ducato medesimo e dipendenza, rimane incerto quali, nel caso che l’attual arciduca governatore diventasse cooreggente del predetto ducato, possan essere le disposizioni di Cesare, forse premuroso, come alcuni prettendono, di anticipare la collocazione in quell’importante governo d’alcuno de’ reali suoi figli. In qualunque modo però, sembra deciso che la sorte avvenire di quella parte d’Italia continuerá di essere annessa alli domini e governata da un principe di casa d’Austria.

Restan egualmente occulti li modi di pensare della Maestá Sua relativamente all’ultime cessioni al re sardo del Novarese, Vigevenasco e Casal maggiore, che tanto gravi riuscivano e dispiacevoli al monarca deffonto. Come neppur si traspira se vorrá continuar a negligere il titolo al ricupero della Valtellina ed alla rivendicazion degli usurpati confinali dalla parte di Parma e Piacenza lungo il Po.

Pure, se si considerano li non dubbi indici del genio pacifico di Pietro Leopoldo, li vincoli di parentella che lo uniscono colle