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condotte de’ grani, come a causa dell’esorbitanza de’ dazi sulli legnami grezzi e lavorati, che dal Mantovano si trasmettono in Tirolo; quelle rippettute, con lungo dettaglio di circostanze e motivi, in posteriore memoria del ministro plenipotenziario, colla positiva domanda d’una qualche modificazione a favor del commercio austriaco dippendente dal transito veronese; e la risposta in nome della serenissima repubblica, ch’escluse li ripieghi proposti dal governo, o d’un patto interrinale o d’una immediata trattativa, la quale, per convenienza e giustizia, ha comprovato doversi estendere contemporaneamente e con principi di reciprocitá a tutti li territori limitrofi dei due Stati. Passerò ora a far un qualche cenno circa la regia zecca di Milano, riaperta nel 1778 ed ampliata in questi ultimi tempi nel suo fabbricato. Essa si alimentò nel principio e ritrasse materia alli lavori in argento col richiamo della vecchia moneta, colla fondita di vasi ed arredi sacri provenuti dalle soppressioni, cogli aquisti continui di pezze di Spagna e colle summe che, in dette monete, si ritrassero da Roma per li 900.000 scudi in prezzo della vendita della Mesola. Ebbe all’incontro per alcuni anni pochissima materia pel lavoro delle monete d’oro, talché gli gigliati di Firenze, per la maggior parte anche scarsi, fornivano quasi soli all’occorrente dell’interna circolazione. Con un regolamento però dell’anno 1786, gli riuscí d’attirare di concambio ed aiia nuova fondita una considerabile quantitá di monete d’oro forastiere, pagandole come merce ad un prezzo normale e vantaggioso alli portatori. Si fissò contemporaneamente la massima di fabbricar in essa quelle stesse specie d’oro che si coniano in Vienna, cioè sovrani, mezzi sovrani e zecchini, come pur di coniare in argento scudi milanesi colli loro spezzati, scudi dalle tre corone e mezzi. Accresciuto in progresso il valor in corso delle dette monete d’oro, in vista dell’alterazione accaduta in Francia sopra li luigi, si bandirono tutte indistintamente le monete forastiere dal corso, circonscritta la circolazione alle sole nazionali predette, si d’oro che d’argento, e si continuò a tener aperto per quelle d’oro forastiere il concambio alla zecca medesima, ove vi confluiscono e si ricevono sempre come mercanzia.