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Li Stati di Vostre Eccellenze v’introducono panni, seterie, ferro, carta, vini, cera lavorata e molti altri generi. Dal Milanese all’incontro non si manda in Veneto se non manifatture di lusso, buttiri, formaggi, chincaglie e, in caso di penuria, anco grani; non essendo da computarsi gli ogli ed altri generi di ponente, su’ quali non ha il Milanese stesso che l’utile leggiero del transito.

Se si parla dell’industria nazionale lombarda, eli’è lontana ancora da quel grado di perfezione e d’attivitá di cui sarebbe suscettibile, sebben il governo non tralasci di accudirvi incessantemente. Infatti non arrivano a 40 le fabbriche di seteria; quelle di lanificio son ridotte a sole 15; 5 le cerarie e 27 le cartère: dal qual complesso escono manifatture inferiori per qualitá e non corrispondenti al bisogno per la quantitá. E cosí si può dire dell’altre poche fabbriche sparse di maioliche, lastre, specchi, calzette, indiane, calancá e fazzoletti; non ostante che venghino accordate frequenti esenzioni e premi, e che si sia facilitata moltissimo la communicazione con canali e con strade, e riddotto a compito termine il piano tanto utile e ammirato, cosi pel riattamento di tutte quelle regie della provincia, come per la loro costante manutenzione e per l’equo riparto del relativo dispendio. Su questo importantissimo argomento delle strade non appetterò all’eccellentissimo senato li riflessi umiliati di tempo in tempo, specialmente sulla preferenza dannosa ai pubblici riguardi che veniva data alla nuova strada da Caravaggio a Calcio ed a Brescia per Chiari ed Ospedaletto, lasciando da parte Vaprio, Bergamo e Palazzolo; mentre sperasi utilmente rimediato a tal inconveniente con l’applaudito riattamento delle strade bresciane, intrapreso al singoiar merito dell’eccellentissimo Albrizzi, e che si continua con fervoroso impegno dall’attual rappresentante di Brescia, eccellentissimo Collalto.

Saranno egualmente presenti alla pubblica sapienza li rapporti da me rassegnati nella materia de’ transiti: le vocali lagnanze dell’intendente general di finanza, si riguardo alli metodi incomodi e gravosi, a’ quali soggiacciono nello Stato veneto le