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relazione di emilio maria manolesso 45

Fiorenza. E volendo di piú avere un appoggio, che dipenda da se medesimo e non da altri, ha di maniera stretta l’amicizia col duca di Sassonia e altri prencipi dell’imperio, che potrá in ogni occorrenza tirare in Italia quella quantitá d’alemani che vorrá.

[Serenissimo Prencipe, illustrissimi e gravissimi signori! perch’io son gionto a questo passo, il quale è piú importante di tutta la mia relazione, dirò a Vostra Serenitá e a Vostre Signorie eccellentissime poche parole intorno a quanto si discorre, da chi sa e ha pratica, dell’animo e natura di Sua Eccellenza. L’aver questi anni a dietro con fatica grande e assidua imparata la lingua tedesca, lingua che non s’impara per dilettazione, come quella che è barbarissima, né in poco spazio di tempo, ma con fatica e longhezza; il tenere un prencipe italiano, un prencipe cattolico e feudatario di santa Chiesa stretto pratica con un prencipe barbaro, come è Sassonia, con un prencipe eretico e capitale nemico della Chiesa, col quale non è alcun commercio; il presentarlo, come fa spesso il signor duca di Ferrara, e grossamente, e pur quest’anno l’ha appresentato d’apparamenti di corami d’oro di gran valore; fa credere a molti che sia qualche gran pensiero nell’animo del signor duca e qualche fine di novitá, atteso specialmente ch’attende a cumulare cd e magnanimo né si contenta del suo Stato, mal volentieri sta quieto, e vorria guerreggiare, esercitare il suo valore e sopramontare i suoi nemici. Però con queste ragioni da qualcuno è giudicato che Sua Eccellenza un giorno sia per suscitare alcun moto. Da altri veramente, che conoscono che il duca è prudente, non è creduto che sia per muovere rumori; poi considerano che offenderia tutti i prencipi italiani e che gli alemani, o per mancamento de’ danari o per milizia o per instabilitá propria di quella nazione, si dissolvevano overo mancheriano per altro accidente, e in questo caso, lui rimanendo solo, correria manifesto rischio di perdere il Stato: per tanto stimano che Sua Eccellenza non abbia nell’amicizia d’alemani altro fine che col timore di essi far star quieti li pontefici e Firenze].