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II

RELAZIONE DI FERRARA

DEL SIGNOR

EMILIO MARIA MANOLESSO

fatta in Signoria di Venezia l’anno 1575

Se le forze dell’ingegno e la lingua mia corrispondessero al desiderio infinito, che in me regna di servire e obedire Vostra Serenitá e le Signorie Vostre eccellentissime, stimarei poter in alcuna parte sodisfare nel carico da lei impostomi di riferire quello che può essere in servizio suo saper del serenissimo signor duca di Ferrara e Stato suo. Ma conoscendo, se bene bramo di servirla, non sono in me quella prudenza ed eloquenza che a tal carico si convengono, resto molto confuso e travagliato, non vedendo dall’una parte in me modo di poterla servire compitamente né avendo all’incontro ardire di recusare di obedirla. A questo si aggiungono che, non essendo io stato in Ferrara persona publica, ma privato e forastiero, non ho avuto commoditá d’intendere che hanno quelli che, non perseguitati dalla nemica fortuna, stanno nell’altrui cittá sconosciute, ma, inalzati da’ favori di Vostra Serenitá, onorati e riveriti da ciascuno, splendidamente vivono. Pure, conoscendo che il servitore mai deve essere renitente agli ordini del suo signore e che, non potendo in altro modo, devo con l’obedienza almeno riconoscere i favori da Vostra Serenitá ricevuti in molte occasioni, li racconterò quanto mi pare degno delle sue prudentissime orecchie; e se sarò ne’ concetti poco prudente e nelle parole rozzo, sarò almeno nel riferir fedele, stimando che, come la