Pagina:Venezia – Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Vol. I, 1912 – BEIC 1904739.djvu/25


relazione di alvise contarini 19

molto piacere che quella lite si componesse con qualche accordo; il che ho giudicato che sia ben che la Serenitá Vostra intenda, a ciò che, se fusse proposto qualche accordo, la sappia che, avendo lui questo desiderio d’accordarla, è segno che la si potria finir con avvantaggio della lite.

In quest’occasioni di nozze si son trovati in Ferrara quattro cardinali, cioè il cardinale di Vercelli legato, mandato dal papa, il cardinale di Correggio, il Cardinal Madruccio, che era legato al concilio, ed il cardinale d’Este fratello del duca, d’anni 26, giovine di gran spirito, il quale non si sazia, perché, non avendo il duca figlioli, il ducato perveniria in lui. Si ritrovava anche il duca e la duchessa di Mantova, don Cesare e don Ottavio Gonzaghi figlioli del signor don Ferrante, il signor Vespasian Gonzaga, il quale è cognato del duca per la moglie, l’ambasciatore del re di Polonia, di Fiorenza, d’Urbino e di Lucca, ed altri personaggi; fra li quali tutti ho avuto sempre quel luogo che si convien alla dignitá della Serenitá Vostra, perché nelle ceremonie imediate dopo li cardinali era l’ambasciatore del re di Polonia e poi io. Dalli qual tutti ambasciatori sono stato visitato, eccetto che da quello d’Urbino, e non so per qual causa; e all’incontro io non ho mancato di corrisponder di quelli offizi che ho giudicato esser conformi al voler e all’intenzione della Serenitá Vostra.

Nelle qual visite sono sempre stato accompagnato da tutti i nostri gentiluomini che si trovavan in Ferrara, ch’erano piú di 60, i quali nella persona hanno molto onorato la Serenitá Vostra.

Nell’altre cose io ho cercato di rappresentare la persona di rappresentante della Serenitá Vostra in quel modo e con quella onorevolezza che ho creduto convenirsi al debito mio e di casa mia con l’Eccellenze Vostre, il quale è tanto che, quando ben superasse le forze mie per servirla ben ed onoratamente, saria però sempre molto manco di quel che conosco esser obligato alla bontá ed alla liberalitá dimostrata dall’Eccellenze Vostre in ogni tempo verso de’ miei e ultimamente verso la mia persona senza nessun mio merito. Ho fatto poco in quest’occasion, perché poco m’è stato comandato dalla Serenitá Vostra;