consumarsi. Se così fosse converrebbe certamente fabbricare almeno una specie di monete di metallo composto passando sopra agl’inconvenienti sopra esposti. Ma io son d’avviso, che si possa fare il passaggio immediato dal rame all’argento senza incomodo del commercio. I bajocchi romani sono grossi pezzi di rame, che però non sono poi tanto imbarazzanti. Quando s’abbia abbondanza d’ogni specie di monete non vi sarà bisogno di cambiare uno Zecchino in tanti bajocchi, e chi ne abbia solo per un quarto di paolo (che è la minima moneta d’argento romana) non ne avrà che due e mezzo. Quindi vedesi che le marajuole (moneta di due bajocchi) usate nello Stato Papalino sono superflue avendosi in poco minor mole il quarto di paolo. Altronde il peso e volume delle monete di rame diviene imbarazzante per chi ne raccoglie una quantità, e questo è bene, perchè così sarà più difficile il traffico sulle monete, onde nascono poi gli sbilancj nei veri valori, i monopolj, le carestie di certe specie, le monete false ec. Per chi poi adopra le monete di rame solo pelle proprie minute spese non avrà mai bisogno d’averne una tal quantità che il peso ed il volume debba essergliene incomodo.