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Ma oltre ciò pare che non meriti poca considerazione la ricerca, se convenga moltiplicare le Zecche nelle provincie del medesimo Stato. Pare a me, che una Zecca sola potrebbe somministrare le necessarie monete per un ampio Stato. Non so se vi sia Zecca alcuna che lavori tutto l’anno senza interruzione. Ciò nasce, dacchè una Provincia non può smaltire e consumare annualmente tanta copia di monete, quanta ne può in un anno di lavoro continuo fabbricare la di lei Zecca. Diminuendosi il numero delle Zecche potranno queste avere un lavoro continuo; e quando la consumazione dello Stato richiedesse più monete che non può fabbricare una Zecca sola in un anno, non v’è che a moltiplicare gli operaj della medesima Zecca per provvedere uno Stato di qualunque estensione. Ora non v’è chi non veda quanto cresce la spesa della monetazione a misura che si moltiplicano le Zecche. Ometto i calcoli di questo dispendio per non annojare il lettore, parendomi questa nna verità della maggiore evidenza1. Non re-


sterà
  1. Il Klockio nel Trattato giuridico-politico De ærario pensa che la moltiplicità delle Zecche possa esser cagione di deterioramento alla moneta. Cita qui l’esempio del Popolo Romano, che non ebbe mai altra Zecca che in Roma nel Tempio di Giunone, e di Carlo Magno che le molte Zecche sparse nel circolo dell’Imperio ridusse ad