nete possono acquistare o perdere, a cagione del credito o discredito del loro impronto. È opinione di molti, che lo Zecchino Veneziano non abbia, in ragion di metallo, alcun pregio sopra il Fiorentino: ciò non ostante è valutato in tutte le piazze qualche cosa di più. Si attribuisce questo vantaggio alla opinione dei Popoli orientali, i quali abbagliati dal colore, preferiscono lo Zecchino Veneziano ad ogni altra moneta1. Basta questa opi-
- ↑ Le qualità dello Zecchino Veneziano sono ancora a’ dì nostri un mistero. Alcuni hanno creduto che fosse superiore al Fiorentino, e per conseguenza ad ogn’altra moneta d’oro, per essere perfettamente raffinato ossia di caratti 24. Sono assai varj in questo genere i saggi fatti da varie Zecche, e in diversi tempi. Talvolta, anzi più comunemente, si è trovato il Fiorentino d’egual titolo al Veneziano, ma talvolta ancora, non ostanti le più scrupolose diligenze, si è trovato inferiore (vedi il processo verbale dei Saggi fatti in Torino appiè delle Osservazioni sul prezzo legale delle Monete del dottissimo Presidente Neri, nella Collezion d’Argelati Tom. 5.) Pensano alcuni, che non sia più raffinato lo Zecchino Veneziano del Fiorentino, e le diligenze usate dal Conte Carli in Firenze lo provano abbastanza (vedi l’eruditissima di lui Opera delle Monete, e dell’Istituzione delle Zecche d’Italia) ma credesi che, a cagione d’un secreto usato nel raffinarli, acquistino i Zecchini Veneziani una maggiore duttilità che i Fiorentini, ed un colore più bello. Se così fosse la maggiore duttilità rendendo il Veneziano di miglior uso per molte arti, gli darebbe un vero accrescimento di valore, fondato non sulla sola opinione, ma sopra un comodo fisico. Ma io vorrei che ciò si accertasse un poco di più. Quante volte una cosa detta da uno vien ridetta per tradizione da molti, che non hanno giammai verificati gli sperimenti anteriori? Come sono stati disingannati i Zecchieri di Venezia, che pretendevano men puro lo Zecchino Fiorentino del Vene-